condivido la nota del fondo, violato nella notte scorsa. AIUTIAMOLI ECONOMICAMENTE, anche con una semplice donazione.
la nota:
Nè fessi, nè eroi…. Oggi pomeriggio, verso le 17 ci simo accorti che il Bene Confiscato era stato violato. Questa volta non si è trattato di un semplice furto di qualche attrezzatura di poche centinaia di euro, magari compiuto da qualche ragazzo che purtroppo, che come tanti nei nostri quartieri, vive di espedienti per tirare avanti. Questa volta hanno rubato circa 50mila euro di attrezzature, trattore compreso.
Un furto complesso, compito da mani esperte, compiuto da chi ha l’intenzione di azzerarci, di fare morire il progetto di bene comune restituito al territorio. Questa cosa ci mette in ginocchio, ci fa presagire un futuro molto difficile. Quanto è successo in questo territorio – Chiaiano – negli ultimi anni è stata un’offesa alla dignità delle persone. Le violenze e gli stupri continui che la Selva di Chiaiano ha subito negli ultimi anni son o stai tanti, troppi: cave riempite dalla ecomafie per presenza di rifiuti pericolosi, nessuna valorizzazione del polmone verde più grande della città, il più grande pezzo di città motore di economia agricola lasciato solo, e per finire, lo smacco dello Stato, ossia la discarica di Chiaiano. Quando si è paventata la possibilità di gestire il fondo agricolo, non ci è parso vero. Ci siamo buttati con cuore e passione in un progetto nuovo di promozione, valorizzazione non solo di un bene confiscato, ma, di riflesso, di un intero territorio. Abbiamo riempito per mesi quel luogo di decine di eventi, di tanti centinai di giovanissimi provenienti da ogni parte di Italia che sono venuti a dare una mano, un festival nazionale sull’agricoltura sociale che ha ridato dignità a quelle terre martoriate. Abbiamo iniziato facendo indagini sulle falde acquifere e sui terreni che si sono dimostrate ottime. Abbiamo iniziato in pochi, con la sola collaborazione dei giovani della Comunità penale “Don Peppe Diana”. Ogni giorno che è passsato ha visto l’aggregarsi dei tanti: i comitati civici e le associazioni del territorio sopratutto. In piccolo, ma forse poi non così tanto, abbiamo dimostrato che i processi di riqualificazione di questi quartieri sono possibili e praticabili. Abbiamo dimostrato che ci si può rappriopriare dei beni che la Camorra ci ha tolto negli anni per finanziare faide e traffici di droga e lo abbiamo dimostrato che lo si può fare anche nel feudo di clan storici della Campania. Abbiamo buttato, pian piano, già il muro di omertà gestendo un bene confiscato ad un clan ancora attivo e “potente”. Il nostro amore contro la loro violenza. La nostra lotta contro la loro arroganza. Siamo diventati a nostro modo “un’istituzione dal basso”, uno spazio libero che viene leggitimato dalla storia di quartieri pieni di voglia di riscatto, a testa alta contro ogni forma di sopruso. Quello che è successo oggi, ripetiamo ci mette in ginocchio, ma non ci sconfigge, non ci può abbattare. Ci deve dare nuova linfa, nuova energia, voglia di dimostrare che tutti quanti insieme possiamo rilanciare in avanti. Il nostro appello va infatti a tutti coloro i quali in questi mesi ci hanno aiutato, sono venuti a conoscerci, hanno condiviso con noi le esperienze fatte in questi mesi. Ma va anche alle Istituzioni tutte, al mondo che si fregia del titolo di “antimafia”, al mondo dell’imprenditoria sana. Il nostro appello è semplice: ognuno faccia la sua parte, come noi abbiamo fatto la nostra in questi mesi. Chiunque voglia contribuire al riacquisto del trattore e delle attrezzature può farlo con una donazione cc bancario: 00000127360 (presso Banca Etica) codice IBAN: IT58 B050 1803 4000 0000 0127 360 intestato a: resistenza – associazione di lotta alla illegalità e alla cultura camorristica causale: “quota riacquisto attrezzature agricole”
Fondo Rustico Amato Lamberti.