Cos’è questo piano alternativo? Lo abbiamo consegnato in copia all’assessore all’ambiente della Regione Campania, Romano e ne abbiamo parlato col commissario straordinario per la realizzazione del termovalorizzatore Carotenuto. Eccovi un “piccolo assaggio”…ma, vi assicuro che è davvero ampio, dettagliato e fattibile. Speriamo di incontrare la buona volontà di governanti, commissari e amministratori regionali ad applicarlo.
“L’obiettivo è innescare un circolo virtuoso, che riduca progressivamente i rifiuti prodotti fino ad arrivare a chiudere l’ultima discarica e iniziare lo smantellamento dell’ultimo inceneritore. Il ” ciclo della materia” come traguardo finale.
Con il “ DISTRETTO”, non solo si andrebbe verso la soluzione del problema dei rifiuti, ma s’indurrebbero a cascata effetti di “de-coupling” in settori sempre più ampi e sempre più rilevanti, dal consumo di territorio al fabbisogno di energia, dal trasporto di merci all’importazione di materie prime. Una politica dei rifiuti che non miri solo alla raccolta differenziata, ma alla riduzione dei consumi, stabilire in maniera chiara quelle che sono le responsabilità dei produttori, perché il nuovo modello di sviluppo non passa più attraverso gli inceneritori, vedi Europa 2020, e attraverso le grandi opere di consumo del territorio, questo nuovo modello di sviluppo non solo è possibile ma necessario.
Ed è anche una grande occasione di rilancio per il nostro paese. Un’occasione che attende soltanto d’essere colta. Le “Balle” vanno riaperte e la materia in esse contenuta recuperata, ri-immessa nel circolo produttivo.
ELEMENTI CARATTERIZZANTI IL DISTRETTO
Il “Distretto” o “Fabbrica dei Materiali”, realizzato tramite impianti di Trattamento Meccanico Manuale, “TMM”, con selezioni densimetriche, ottiche, manuali, ed estrusione finale di quanto non recuperabile e riciclabile. Al fine di recuperare i materiali contenuti nelle “Balle” senza il ricorso allo smaltimento tramite “valorizzazione energetica”, e a qualunque altro smaltimento diverso da quello del riuso e riciclo della materia prima seconda. Al fine di utilizzare gli stessi materiali come risorsa per fini non solo ambientali ma anche economici e sociali (minore dipendenza dall’importazione di materie prime, creazione di posti di lavoro nei processi di riciclaggio e nell’indotto, ecc.), secondo quanto previsto dalla Direttiva Quadro 2008/98 e dalle più recenti Risoluzioni dell’Europarlamento, quali il settimo programma.
Il tutto sostenuto da laboratori di ricerca sui materiali in loco, atti a ottimizzare la produzione, il riutilizzo e il riciclo. Associati a laboratori di bonifica dei territori, con biotecnologie in loco, da restituire alla loro originaria vocazione agricola.
Avendo modo tramite la ricerca scientifica e la sperimentazione, in loco, di trovare la migliore soluzione per lo smaltimento di tutti quei “Rifiuti Tossico-Nocivi, scarti delle Industrie del NORD”.
Quindi il distretto sarà destinato anche al recupero della “MATERIA” sversata nel tempo nelle molteplici discariche, abusive e non, disseminate nel vasto territorio Giuglianese. Contornato il tutto con “OFFICINE” atte al recupero di oggetti dismessi quali vecchi mobili, divani, tessuti Laboratori atti al recupero dei materiali contenuti nei vecchi elettrodomestici, riattazione di vecchi computer, cellulari, lettori audio video, da destinare a nuova vita.
Il ruolo dei distretti industriali, nello sviluppo economico italiano contemporaneo, è decisamente consistente e nel tempo si è andato consolidando, da un lato in virtù del successo che l’industrializzazione dal basso, costruita sulle piccole imprese, ha riscosso in molte aree del Paese e dall’altro come contrappeso all’entrata in crisi delle imprese pubbliche e più di recente anche dei grandi gruppi privati. Poiché non regge nei distretti la regola del “posto di lavoro parassitario-assistenzialistico garantito, di scambio”, ma regge il concetto di lavoro regolato dal fare e dal mercato. Di fatto la «produttività distrettuale» è l’unica forma di organizzazione economica e finanziaria dell’industria che l’Italia ha saputo generare e governare con successo.
Il Distretto dovrà porsi nello scacchiere dell’economia Giuglianese.
In una logica di business model, orientato alla knowledge-based economy. “essere basato sulla conoscenza dell’economia”. (continua…)
(di Giuseppe Cristoforoni – architetto ambientale)