La mia risposta all’interpellanza urgente concernente iniziative di competenza anche normative volte a contrastare l’aggravarsi della situazione ambientale nell’area del fiume Sarno anche prevedendo la reintroduzione del relativo bacino idrografico tra i siti di bonifica di interesse nazionale, durante la seduta antimeridiana del 16 novembre 2018.
Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente innanzitutto che, per quanto concerne gli eventi causati dalle forti perturbazioni abbattutesi su tutta la regione Campania nei primi giorni di novembre, il Genio Civile di Napoli ha rappresentato che il 3 novembre scorso i propri tecnici, allertati dalla sala operativa della Protezione civile regionale, si sono recati in località via Ripuaria, dove erano giunti i vigili del fuoco, gli amministratori e i tecnici del comune di Castellammare di Stabia, nonché i funzionari della Capitaneria di porto di Torre Annunziata. I funzionari regionali intervenuti hanno assunto la regia dell’intervento di rimozione di rifiuti, che si è protratto fino a tarda notte.
È stato possibile recuperare solo una parte dei rifiuti, data l’impossibilità di operare nella sezione ostruita che dava segni di dissesto. Il responsabile dei vigili del fuoco ha, infatti, ordinato la sospensione dell’intervento per motivi di sicurezza. Nell’immediata successione degli eventi, è stato deciso di verificare le condizioni di una paratia semovibile grigliata, posta trasversalmente la sezione di deflusso a circa 500 metri dalla foce del fiume Sarno, al fine di intercettare i rifiuti ed evitare il loro riversamento in mare. I tecnici regionali, quelli comunali e l’impresa incaricata si sono quindi recati sul luogo dov’era posta la griglia ed hanno verificato la possibilità di azionare la paratia esistente, non funzionante ormai da molti anni. Nelle prime ore del 4 novembre, i tecnici regionali hanno ordinato la pulizia dell’area in prossimità della griglia, mediante la rimozione della fitta vegetazione e il livellamento del terreno circostante, e, tramite l’impiego di una squadra di elettricisti, si è riusciti ad azionare la griglia, abbassandola al fine di evitare il passaggio dei rifiuti.
Fatta scendere la griglia, l’intervento si è nuovamente spostato nella sezione di deflusso ostruita in via Ripuaria, individuando sulla riva opposta al primo intervento la soluzione ideale per forzare il blocco dei rifiuti che si era creato. I rifiuti sbloccati si sono accumulati, come previsto, a ridosso della griglia abbassata e sono stati prontamente rimossi mediante l’utilizzo di un escavatore. Le operazioni sono terminate a tarda notte ed è stato così scongiurato il pericolo di riversamento dei rifiuti in mare, ed è stato anche ripristinato il deflusso delle acque. Il giorno seguente sono iniziate le operazioni di taglio e rimozione delle piante crollate in alveo in varie tratte fluviali. Sempre secondo quanto riferito dal Genio Civile regionale, le avverse condizioni atmosferiche sono state la causa di un nuovo evento di piena, per cui l’onda proveniente da monte ha trasportato ulteriori cumuli di rifiuti, che si sono ammassati lungo la sezione di deflusso e a ridosso della paratia rimasta abbassata per precauzione. I rifiuti sono stati prontamente rimossi e le operazioni di pulizia e il ripristino della sezione di deflusso si sono concluse l’8 novembre scorso. È stata successivamente disposta l’apertura della sezione alla foce tramite l’alzamento della griglia, che, altrimenti, avrebbe costituito un’ostruzione e un potenziale pericolo di allagamento dei territori circostanti in caso di nuovo evento di piena.
Il giorno seguente si è verificato il crollo spontaneo della paratia, probabilmente a causa della vetusta condizione dei cavi, mai manutenuti. L’impianto è stato prontamente ripristinato mediante il riutilizzo del cavo esistente, ristabilendo le allacciature, la sostituzione dei moschettoni e il riavvolgimento del cavo al motore. La griglia risulta attualmente funzionante. Per quanto concerne, più in generale, gli aspetti relativi al dissesto idrogeologico delle aree confinanti con l’alveo del fiume Sarno, nell’ambito della pianificazione di bacino in essere, le stesse risultano perimetrate come pericolosità da alluvione. A tal proposito, si ricorda che con l’accordo di programma siglato nel 2010 tra Ministero dell’Ambiente e regione Campania per la programmazione di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, sono stati finanziati, per un importo complessivo di circa 4,5 milioni di euro, cinque interventi per la manutenzione e il ripristino della funzionalità idraulica del fiume Sarno.
Per quanto riguarda, inoltre, le iniziative per la salvaguardia ambientale, si rappresenta che, tra gli interventi significativi, indicati nel piano di gestione delle acque, alcuni riguardano la realizzazione di nuove opere nel contesto del sistema depurativo campano dell’area del bacino del Sarno. Tra queste, si indica l’intervento “opere di completamento rete fognaria del comune di Sarno”, in corso di esecuzione, finanziato con accordo di programma strategico per le compensazioni ambientali nella regione Campania e relativo atto integrativo, indicato dalla regione tra gli interventi necessari per l’adeguamento dell’agglomerato di Nocera Inferiore, oggetto della procedura di infrazione comunitaria 2014/2059.
Per completezza di informazione, si rappresenta che, con delibera n. 705 del 30 ottobre scorso, la regione Campania ha previsto il potenziamento delle azioni di monitoraggio e tutela dei siti sensibili, prevedendo anche maggiori attività di pattugliamento e un piano di azioni contro il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Da ultimo, si ricorda che, a seguito dell’emanazione dell’articolo 36- della legge n. 134 del 2012, comma 1, lettere e , che ha modificato l’articolo 252, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006, è stato ridefinito l’ambito di competenza dei SIN. Sulla base delle nuove disposizioni normative, il decreto ministeriale n. 7 dell’11 gennaio 2013 ha individuato le aree da bonificare che non rivestono interesse nazionale e trasferito le relative competenze alle regioni. Tra questi rientra, come è noto, l’ex SIN del bacino del fiume Sarno. Ad ogni modo, ferme restando le considerazioni esposte, si rassicura che il Ministero dell’Ambiente monitora costantemente l’impatto regolatorio delle normative di settore, anche al fine di valutare possibili revisioni della disciplina, e continuerà a svolgere le proprie attività senza ridurre il livello di attenzione sulla questione.