I temi sono: Impianto TMB Salario, riqualificazione di Porto Marghera, conformità dell’Agglomerato di Anagni(FR), ripristino delle sponde del lago Fiorenzo (PO) e attività della ditta Color Glass (PG)
L’incendio dell’11 dicembre all’impianto TMB Salario ha visto il pronto intervento di numerosi uomini e mezzi dei Vigili del Fuoco e l’immediata verifica da parte dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio, sui parametri di misura delle centraline più vicine all’impianto.
Dalle stazioni della rete di monitoraggio di Villa Spada, Bufalotta e Corso Francia, i dati dei parametri di biossido di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo e benzene risultavano in linea con quelli misurati nelle giornate precedenti e al di sotto dei limiti di legge.
Per il PM10, invece, nelle stazioni di Villa Ada e Tiburtina è stato rilevato un superamento del valore limite di legge nei due giorni successivi all’incendio.
Per limitare il sollevamento delle polveri inquinanti depositate, il Comune di Roma è intervenuto chiedendo ad AMA di provvedere al lavaggio delle strade. La ASL Roma 1 ha attivato una apposita Unità di Crisi Locale contattabile h24, con lo scopo di valutare i potenziali rischi di contaminazione degli alimenti e dei mangimi.
Il Comune di Roma ha, inoltre, chiesto ad Ama l’attivazione delle procedure di bonifica, in qualità di soggetto non responsabile della contaminazione, provvedendo all’attuazione delle necessarie misure di prevenzione e messa in sicurezza.
Per quanto riguarda la capacità di trattamento dei rifiuti che prima dell’incendio era svolta presso il TMB Salario, la Regione Lazio ha comunicato che al momento è garantita, distribuita nei diversi impianti della Regione.
Nell’ambito del “Protocollo d’Intesa per l’attuazione del Patto per lo sviluppo della Città di Venezia”, siglato il 31 gennaio 2017 dal Ministero dell’ambiente e dal Comune di Venezia, si sono svolte numerose riunioni della Cabina di Regia, appositamente istituita, nel corso delle quali si è discusso anche sulle misure per accelerare le opere di marginamento delle macroisole ed altri interventi di messa in sicurezza.
In particolare nella riunione del 21 giugno 2018 sui tratti di marginamento di competenza regionale, la Società Veneto Acque, in qualità di stazione appaltante, ha dichiarato che i lavori relativi alla sponda Alcoa (Macroisola Fusina) potranno essere iniziati nel 2020, previa procedura di affidamento dell’incarico; la conclusione dei lavori della sponda ENEL (Macroisola Fusina), con il collaudo, è prevista per il 2023; la conclusione dei lavori della sponda Darsena della Rana (Macroisola Nuovo Petrolchimico), con il collaudo, è prevista anch’essa per il 2023.
Con nota del 12 luglio 2018, la Regione Veneto ha trasmesso il Protocollo tecnico inerente gli interventi di marginamento di propria competenza relativi alle macroisole Fusina e Nuovo Petrolchimico. In particolare, si stanno definendo le modalità di spostamento dei sottoservizi esistenti nei tratti di sponda interessati, interferenti con la realizzazione dei marginamenti.
Con nota del 10 agosto 2018, la Regione ha dichiarato, altresì, che “è attualmente in grado di far fronte agli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Programma del 16/04/2012, grazie alle risorse messe a disposizione dal Ministero dell’ambiente, che consentono la copertura finanziaria degli interventi in questione”.
Allo stato attuale, rispetto all’ingente sforzo economico e finanziario posto in essere dal Ministero dell’ambiente per la bonifica del SIN di Venezia Porto Marghera, risultano disponibili oltre 103,7 milioni di euro, di cui: 10,6 milioni di euro disciplinati nell’Accordo di Programma del 16 aprile 2012 per la bonifica e la riqualificazione.
Risorse che sono state interamente trasferite dal Ministero dell’ambiente a favore della Regione Veneto e destinate alla realizzazione delle opere di marginamento delle macroisole di “Fusina” e del “Nuovo Petrolchimico”; 22,9 milioni di euro rinvenienti dai contratti transattivi sottoscritti con le società operanti nel S.I.N., di cui circa 19,6 già trasferiti alla Regione; oltre 70 milioni di euro a valere sul Piano Operativo “Ambiente” approvato con Delibera CIPE del 1° dicembre 2016, n. 55.
Le risorse sono destinate alle opere di completamento della rete di marginamento delle macroisole del S.I.N. Il finanziamento sarà disciplinato in uno specifico Accordo di Programma, in corso di definizione, tra il Ministero dell’ambiente e le altre amministrazioni interessate.
In occasione dell’aggiornamento periodico sulle procedure d’infrazione che il Ministero dell’Ambiente invia alla Commissione europea, per il tramite della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Lazio ha comunicato la previsione di un progetto di opere fognarie atte a collettare tutto l’agglomerato di Anagni presso il Depuratore ASI, già realizzato ma non ancora avviato.
Per la realizzazione è disponibile l’importo totale di € 8.282.118,00 di cui, € 5.797.483,00 (70%) a valere sui fondi del Ministero dell’ambiente e € 2.484.635,00 (30%) quale cofinanziamento proveniente dalla tariffa del Sistema Idrico Integrato. Nelle more della definizione del dossier “Depuratore ASI”, il gestore Acea Ato5 ha realizzato progettazioni alternative, attualmente in fase di autorizzazione, che prevedono anch’esse, attraverso interventi sui depuratori esistenti, un percorso di rientro dalla procedura di infrazione.
Questi progetti prevedono l’adeguamento di due depuratori: il “Ponte Piano”, con un costo di intervento pari a 3.456.104,40 € a carico del Sistema Idrico Integrato e l’adeguamento del “San Bartolomeo” con importo pari a 350.000 €, anch’esso a completo carico del Sistema Idrico.
Gli importi per i due interventi sono in quota parte previsti nel Piano degli Interventi per il biennio 2018-2019. In caso vi sia la chiusura dell’iter autorizzativo con esito positivo per entrambi gli impianti in tempi brevi, il raggiungimento della conformità per l’agglomerato di Anagni dovrebbe essere previsto per la fine del mese di dicembre 2021, considerando nei tempi anche il necessario iter di aggiudicazione e la successiva fase di progettazione esecutiva e realizzazione degli interventi.
La questione si inserisce in un quadro più ampio di criticità del sistema regionale, che è già oggetto del Gruppo di lavoro tecnico istituito con Decreto ministeriale n. 267 del 2018 al fine di supportare le attività di indirizzo politico della Cabina di Regia attivata sui rifiuti di Roma.
Il danneggiamento della traversa fluviale avvenuto nel dicembre 2017, ha indotto il Comune di Vernio a manifestare la forte volontà di sostituirsi all’Associazione Pro Loco come gestore dell’opera di ripristino e per predisporre gli interventi necessari, ha deciso di avvalersi del Consorzio della Bonifica Renana, che ha provveduto a stimare i costi di progettazione e d’intervento.
Il Comune di Vernio ha comunicato, da parte sua, di aver presentato richiesta di finanziamento alla Regione Toscana e richiesta di contributo erariale al Ministero dell’interno ed è, attualmente, in attesa di risposta.
Più in generale, per le emergenze dovute al dissesto sul territorio nazionale, il Ministero dell’ambiente ha avviato il Piano Operativo Nazionale per il periodo 2015-2020, che raccoglie il fabbisogno delle Regioni, attraverso le proposte di intervento inserite nel sistema ReNDiS-web.
L’inserimento di un intervento nella citata banca dati non rappresenta di per sé garanzia di finanziamento, ma è comunque condizione necessaria affinché l’intervento possa essere valutato per un inserimento in future programmazioni.
Ad oggi non risultano inserite nel sistema ReNDiS richieste di finanziamento di interventi relative al ripristino delle sponde del lago Fiorenzo.
A seguito del rilievo da parte di ARPA nel 2018 difformità nel quadro emissivo e del lay-out del processo produttivo di Color Glass, la Regione Umbria ha diffidato la Ditta con sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni dell’autorizzazione.
Secondo quanto riferito dalla Regione, successivamente la Color Glass ha comunicato l’avvenuto ripristino delle condizioni autorizzative, come confermato anche dagli accertamenti svolti dall’Arpa, e pertanto veniva riavviato l’esercizio dell’impianto, ma nel rispetto di ulteriori condizioni e di un nuovo quadro emissivo, sulla base di un cronoprogramma che prevedesse il dettaglio delle fasi di messa in esercizio e messa a regime e dei relativi controlli.
Nel corso della seconda Conferenza di servizi si è, peraltro, stabilito di installare un postcombustore in aggiunta ai sistemi di abbattimento già presenti in azienda ed oggetto di migliorie in seguito agli accertamenti di ARPA dell’aprile 2018.
La Conferenza verrà, pertanto, riconvocata per la valutazione della documentazione integrativa, riferita in particolare al predetto presidio per il trattamento delle emissioni, previsto ad ulteriore cautela, con conseguente potenziamento dell’efficienza di abbattimento.
Sempre secondo quanto evidenziato dall’Amministrazione regionale, in data 1 ottobre 2018, la Ditta ha rinunciato all’aumento della capacità produttiva e alle modifiche impiantistiche per le quali era stata richiesta la verifica di assoggettabilità a VIA.
L’eventuale rinnovo dell’autorizzazione non prevede modifiche al lay-out impiantistico né alla tipologia e alla quantità dei rifiuti trattati e già autorizzati. Per tali ragioni, trattandosi di stabilimento esistente, la normativa di settore non prevede la procedura di VIA.
L’Arpa ha segnalato, infine, che sulla base delle valutazioni svolte nelle diverse Conferenze di Servizi, con la partecipazione anche della ASL competente, si è ritenuto che l’attività della Ditta non consiste in una fabbricazione di biossido di titanio ma in un recupero di biossido di titanio da un rifiuto non pericoloso e, pertanto, non è stata ritenuta una industria ricadente nell’elenco del DM del 5 settembre 1994.