Salerno, 22 febbraio 2021 – Dalle prime luci dell’alba, nelle Province di Salerno, Caserta e Napoli, gli uomini del Comando Provinciale di Salerno, supportati da quelli dei reparti territorialmente competenti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, nei confronti di 14 indagati (6 in carcere, 8 agli arresti domiciliari), gravemente indiziati, a vario titolo, di “associazione per delinquere aggravata, finalizzata al traffico illecito di rifiuti Tossici, Speciali e Pericolosi di categoria ecotossica”.
Il provvedimento si fonda sui gravi indizi di colpevolezza acquisiti dai Carabinieri della Compagnia di Eboli nell’ambito di un’indagine convenzionalmente definita “Gold Business”, in ragione della facilità e del volume di guadagno per i consociati, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – presso il Tribunale di Salerno, a partire da febbraio 2019.
La complessa e articolata attività investigativa, nata da una semplice segnalazione dei cittadini è proseguita attraverso un’imponente attività di intercettazione telefonica e servizi di osservazione e controllo del territorio, ed ha consentito di individuare una fittissima rete criminale operante nei Comuni di Serre (SA), Altavilla Silentina (SA), Castel San Giorgio (SA), Sant’Egidio del Monte Albino (SA), Angri (SA), Scafati (SA), Mercato San Severino (SA), Torre Annunziata (NA), Boscoreale (NA), Castellammare di Stabia (NA) e Maddaloni (CE).
https://www.minambiente.it/notizie/rifiuti-operazione-gold-business-14-arresti-associazione-delinquere-dedita-al-traffico-eIl sodalizio criminale era focalizzato al trasporto e allo smaltimento illecito di rifiuti per lo più speciali, prelevati con mezzi di trasporto non autorizzati presso imprese produttrici del settore “gestione rifiuti speciali”, “spurgo pozzi neri”, “conserviero” e “conciario” a fronte di un compenso tra i 1.000 ed i 3.000 euro a carico, con successivo sversamento e tombamento nei terreni agricoli e in zone sottoposte a vincoli e riserva naturale, che diventavano discariche abusive tossiche e pericolose.
L’organizzazione delittuosa è risultata particolarmente pericolosa per avere, come detto, piena disponibilità di terreni ed aziende di proprietà degli indagati e di società da essi stessi amministrate e gestite, i cui fondi sono stati trasformati stabilmente in discariche pericolose per le ripercussioni sull’ambiente e con alterazioni incalcolabili e forse irreparabili per l’eco-sistema. Discariche, in alcuni casi costituite anche in terreni del demanio regionale, che subivano, di fatto, una modifica della loro destinazione d’uso con l’ausilio di escavatori e mezzi di movimento terra.
Il traffico, che si è protratto per almeno 8 mesi in base all’arco temporale delle indagini, è, ad ogni modo, risalente nel tempo, come dimostrano, da un lato, lo stato dei luoghi ispezionati e sequestrati in itinere, ove sono stati rinvenuti rifiuti speciali interrati anche a tre metri di profondità, dall’altro, il tenore delle conversazioni captate dai militari durante le indagini, assolutamente indicative di rapporti commerciali consolidati tra fornitori di rifiuti, trasportatori e smaltitori finali, oltreché volutamente criptiche.
Particolarmente allarmanti sono risultati alcuni scarichi di rifiuti speciali ed ecotossici/pericolosi effettuati nel luglio ed agosto 2019 presso un fondo agricolo sito in Serre (SA) in zona demaniale, a meno di 150 metri dal Fiume Calore, ricadente nella riserva naturale Regionale Foce Sele e Tanagro. Oltre allo smaltimento di svariati quantitativi di rifiuti speciali ed anche urbani ed indifferenziati all’interno di un fondo in Serre (SA), loc. Tiri di Fanteria, di proprietà della Regione Campania, in area limitrofa ad altro terreno in uso agli indagati ed adibito a coltivazione cereali, così creando una vera e propria discarica di rifiuti speciali di varia tipologia e provenienza, oltre che di RSU indifferenziati, tombati/interrati fino ad una profondità di circa 1,5 metri dal piano.
Inoltre il sequestro, tra il settembre ed il novembre 2019 di una superficie di circa 700 metri quadri interessata dal deposito incontrollato di rifiuti, nonché di una superficie di circa 1600 metri quadri interessata dal deposito incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi (letame e liquame) e 120 taniche esauste contenenti in origine prodotti acidi, corrosivi e pericolosi per l’ambiente impiegati per le operazioni di pulizia delle attrezzature e dei locali della sala mungitura e depositati presso un piazzale dell’azienda agricola zootecnica con sede a Serre (SA).
L’operazione di oggi, che ha anche condotto al sequestro di tre aziende, rispettivamente ubicate in Sant’Egidio del Monte Albino (SA), Castellamare di Stabia (NA) e Scafati (SA), 6 autocarri, 1 mezzo agricolo ed 1 escavatore utilizzato per il tombamento dei rifiuti, oltre 25.000 metri quadri di terreni adibiti a discarica abusiva, nonché disvelato e quantificato un fatturato totale di circa un milione di euro, dimostra ancora una volta l’altissimo livello di attenzione che la Procura della Repubblica di Salerno e l’Arma dei Carabinieri riservano alla tutela dell’ambiente, del territorio, e più in generale della salute dei cittadini.
Fonte: Ministero dell’Ambiente