Tanto attesa da diversi cittadini e da anni ancora una volta ecco infrangersi la speranza contro lo scoglio della sciatteria parlamentare. Quella che doveva essere una legge di garanzia e di tutela si rivela l’ennesima legge di facciata, una consuetudine alla quale Pd-Pdl ci stanno abituando, nostro malgrado.
Il Pd celebra la sua “vittoria di Pirro” sulla legge contro l’omofobia e inganna i cittadini italiani. Una legge vuota. Noi del Movimento 5 Stelle in commissione ci siamo astenuti ma promettiamo battaglia in aula.
Il testo di legge non contiene le definizioni dei termini di “omofobia” e “transfobia”, l’Abc insomma di un disegno di legge e secondo le risoluzioni del Parlamento europeo. Non introduce i concetti fondamentali di orientamento sessuale e identità di genere, non estende la circostanza aggravante e la rieducazione del condannato. Tutti concetti sostenuti inizialmente a gran voce anche a Pd e Sel che, però, col passare del tempo, hanno perso la voce.
Lunedì 22 luglio la commissione Giustizia della Camera ha approvato il disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia. PD, PdL e SEL hanno votato a favore; M5S e Scelta Civica si sono astenuti e la Lega Nord ha votato contro. Il testo dovrebbe essere discusso alla Camera a partire da venerdì 26 luglio. Si tratta di un disegno di legge affondato nella scorsa legislatura e parzialmente ridimensionato rispetto alla bozza iniziale, presentata in Commissione all’inizio di luglio.
La proposta di legge era stata depositata alla Camera da Ivan Scalfarotto il 15 marzo scorso, il primo giorno di legislatura, e aveva ottenuto la firma di 221 parlamentari (tra cui di Silvia Chimienti di M5S). Il 9 luglio la commissione Giustizia della Camera aveva approvato il testo base da cui iniziare la discussione e presentare eventuali emendamenti. Il ddl era composto da quattro articoli: introduceva il reato di omofobia e transfobia, definiva il significato di orientamento sessuale e identità di genere ed estendeva anche all’omofobia e alla transfobia l’articolo 3 della legge Mancino, la legge del 1993 che prevede un’aggravante della pena – fino alla metà – per i reati del codice penale commessi sulla base di «discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».
Questa mattina cercando in rete come la notizia fosse data mi ha colpito proprio come l’inganno sia stato “smascherato” da diversi siti di informazione on line (L’Espresso, Il Post, Repubblica, etc.) dunque proprio ed anche da quelle voci teoricamente vicine al Pd.
Qualcosa insomma sta cambiando Nel Paese…
I sostenitori della legge-pasticcio omofobia-transfobia hanno spiegato che non colpisce la libertà di espressione (e permetterà quindi ai cittadini di schierarsi contro i matrimoni gay, per fare un esempio) ma l’odio contro una minoranza. Nel frattempo in commissione sono stati presentati circa 400 emendamenti, la cui discussione avrebbe fatto ritardare notevolmente l’arrivo del ddl alla Camera: la discussione sarebbe finita oltre la pausa estiva e la conferenza dei capigruppo l’avrebbe dovuta ricalendarizzare in autunno. Per questo motivo lunedì Scalfarotto e Leone hanno deciso di riscrivere la proposta eliminando alcuni passaggi controversi, così da trovare un compromesso e ottenere il sostegno anche del PdL. Il nuovo testo è costituito da un solo articolo anziché quattro e si limita a introdurre i nuovi reati di transfobia e omofobia. Non prevede più la definizione di orientamento sessuale e identità di genere e l’estensione dell’articolo 3 della legge Mancino anche all’omofobia e alla transfobia, ovvero l’aggravante della pena per i reati compiuti con questa finalità discriminatoria.
Complimenti Pd-Pdl, il metodo usato per la modifica all’articolo 416ter continua a fare scuola, un colpo alla botte, due al cerchio e si va avanti appassionatamente. Ma, avete fatto i conti senza l’oste, M5S vigila, vi osserva ed agisce, dicendo ai Vostri elettori come li ingannate. I vostri “altarini” saranno sempre scoperti.