Presidente, colleghi deputati,
come ha avuto modo di ricordare a quest’Aula in apertura di seduta la deputata Presidente Marina Sereni, l’altra notte, a Monteforte Irpino, in provincia di Avellino un bus turistico, mentre percorreva l’autostrada Bari-Napoli dell’A16, è uscito fuori carreggiata dal viadotto Acqualonga, finendo la sua corsa dopo un volo di 30 metri, in una scarpata. Sono morte 39 persone e 11 sono rimaste gravemente ferite.
Tra i feriti anche bambini, due dei quali, gravi, ora ricoverati agli ospedali Santobono e Cardarelli di Napoli.
Mi stringo anch’io ai familiari delle vittime unendomi al cordoglio espresso stamani dalla Camera ma, la sofferenza personale del sottoscritto è enorme, se si considera che trattasi di miei conterranei.
Mi chiedo, però, se una tragedia simile poteva essere se non evitata quanto meno invece ridotta nel numero di vittime e di feriti. Mi domando e chiedo se coloro che sono preposti alla sicurezza di quel tratto autostradale da taluni considerato come una “statale” più che un’autostrada, abbiano messo in campo tutte le dovute verifiche e periodici controlli atti a tutelare e prevenire episodi tragici come quello odierno.
Le immagini continue che i notiziari televisivi hanno rilanciato nel corso della notte ed oggi mostrano un guard rail completamente distaccato dal pavimento stradale a mò di cartapesta. Certamente la furia del mezzo di trasporto sarà stata forte laddove il conducente (anch’egli tra le vittime) non è riuscito a dominare l’autobus, che ha sfondato la barriera, tuttavia, quel blocco penzolante nel vuoto, che ha reso difficili le immediate operazioni di soccorso e di recupero dei corpi per il timore che potesse cadere su volontari e vigili del fuoco, impone urgenti verifiche sulla staticità, sicurezza, integrità di tutti i guard rail che insistono lungo l’intero tratto stradale dell’A16 in particolare quelli in prossimità di scarpate e dirupi.
La barriera di sicurezza è un dispositivo di ritenuta che contiene e redireziona i veicoli che escono dalla carreggiata contenendo i danni ai veicoli e ai suoi occupanti nonché agli altri utenti della strada. Può essere realizzata in cemento, in acciaio o legno. L’imponenza della barriera di sicurezza, la sua capacità contenitiva a fronte dei più imprevisti e anomali incidenti è messa alla prova proprio in questi impatti.
Si deve capire perché nel caso del bus precipitato in Irpinia la barriera di contenimento non abbia retto.
Quando nelle prime ore notturne sono stato informato dell’incidente mortale mi sono adoperato per raccogliere elementi utili per ricostruire le fasi dell’incidente e capire in che modo potevo contribuire a fare luce sulla dinamica dell’incidente.
Preannuncio all’Aula ed al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti una mia interrogazione alla luce di quanto accaduto l’altra notte, per richiedere l’immediata verifica sulla solidità delle barriere e dei guard rail persistenti lungo l’intero tratto autostradale dell’A16 nonché l’esame dei materiali impiegati per la loro costruzione. Unendomi infine alla richiesta dell’Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale) sul corriere.it di qualche ora fa, di aumentare i controlli su strada, rivolgendo maggiore attenzione ai tempi di guida dei conducenti e verifiche complessive sulla tenuta dei guard-rail italiani.
Sono infine innegabili le più volte richiamate criticità anche al sistema dell’autotrasporto professionale. Secondo i dati diffusi dall’associazione con una nota, l’incidente (che ha provocato 39 vittime, 10 feriti gravissimi e 14 feriti lievi) è «forse la più grande tragedia stradale nella storia infortunistica del Paese». Il bilancio degli ultimi 60 anni è di 500mila morti e 14 milioni di feriti sulle strade italiane.
Sono cifre dinanzi alle quali dobbiamo predisporre un immediato piano di intervento.
Invito il Ministro per le Infrastrutture a monitorare l’autostrada protagonista del tragico incidente, a verificare la stabilità, solidità e materiali impiegati per la costruzione delle barriere affinché venga presto a riferire proprio in quest’Aula i risultati di tali controlli. Il terremoto dell’Aquila, lo scandalo sabbia nella costruzione di alcune tratte stradali italiane, impongono di fugare ogni ragionevole dubbio sulla vicenda. In particolare domando al Ministro di disporre subito una perizia di parte sul tratto compromesso dall’incidente mortale verificando lo stato del cordolo su cui era posizionata la barriera protettiva e se questa fosse stata correttamente posizionata o meglio ancora tecnicamente vincolata al cordolo medesimo. Chiedo altresì di sapere mediante Governo quando tale barriera fosse stata installata e se fosse rispettosa di tutte le sopraggiunte normative tecniche degli ultimi anni. Sentendo pareri di tecnici del settore – riferiscono- che talvolta anche da un anno all’altro le normative per rendere più sicure strade ed autostrade cambiano.
In Italia vi sono Dipartimenti di Ingegneria Civile che brillano per competenza e studi sulla sicurezza ed efficacia di barriere e guard rail penso a quello dell’Università Federico II di Napoli, ma pure a quello della Sapienza di Roma ed a Firenze. Scelga lei a chi affidare i controlli ma che siano disposti affinchè la coscienza politica e civile possa evitare future tragedie o da quella appena consumatasi fare memoria.
Nell’occasione e nella stagione per eccellenza degl’incidenti stradali: l’estate ribadisco pure la necessità che la Polizia stradale ha bisogno di essere potenziata per poter assicurare maggiore controllo delle verifiche su strada. Verifiche che però vanno estese dalla strada alle imprese stesse.
L’Asaps chiede e mi associo mediante specifica interrogazione una inversione della politica che delega ai controlli elettronici e alle ausiliarietà gran parte dei compiti, chiedendo invece di aggiornare i professionisti delle forze di polizia. «Le più recenti politiche, che pur hanno fatto molto in termini di leggi a favore della sicurezza stradale (patente a punti, sanzioni più severe, contrasto all’alcol) hanno trascurato il fattore del controllo umano, l’unico capace di intercettare le violazioni che si traducono poi spesso in tragedia: si chiamano tempi di guida, riposi, limitatori di velocità, (anche nei cantieri stradali) alcol, droga, pneumatici, uso del cellulare, uso delle cinture sui mezzi, per ricordarne alcuni», conclude l’Asaps, che, chiede al governo risposte concrete su queste tematiche.
La Procura di Avellino ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Non si esclude nulla: dall’avaria del pullman a qualsiasi altra causa del grave incidente.
Potremmo dirci un paese davvero civile laddove dinanzi a tragedie immane come quella su cui si piange oggi, noi come politica abbiamo fatto davvero tutto, in termini di prevenzione, controlli ed anche permettetemi di repressione dei reati.