Ringrazio uno ad uno i miei colleghi alla Camera che hanno sottoscritto immediatamente la mia interrogazione a risposta scritta rivolta ai Ministri della Salute e dell’Ambiente per dire no all’inceneritore a Giugliano.
72 firme per chiedere su quali presupposti si vuole portare avanti una simile, scellerata proposta, in conflitto con i programmi di biodiversità emanati dall’Unione europea e con la letteratura medico-scientifica che ha prodotto numerosi studi in materia.
EccoVi la mia interrogazione, pubblicata su Atti Indirizzo e Controllo della Camera proprio oggi. Si tratta dell’ultimo atto legislativo che ho voluto dispiegare sul campo della lotta a questo mostro che definisco “incenocidio”.
MICILLO, LUIGI DI MAIO, NUTI, DE ROSA, ZOLEZZI, SEGONI, TOFALO, MANNINO, GAGNARLI, L’ABBATE, NICOLA BIANCHI, PAOLO NICOLÒ ROMANO, LIUZZI, SCAGLIUSI, SIBILIA, CATALANO, DI BATTISTA, SPADONI, MANLIO DI STEFANO, MANTERO, LUIGI GALLO, PESCO, DI BENEDETTO, DE LORENZIS, CRISTIAN IANNUZZI, RUOCCO, CANCELLERI, CHIMIENTI, BATTELLI, COLONNESE, NESCI, CARINELLI, SPESSOTTO, PINNA, VIGNAROLI, LOMBARDI, SILVIA GIORDANO, COZZOLINO, DADONE, LOREFICE, GRILLO, DALL’OSSO, DI VITA, BARONI, CECCONI, SIMONE VALENTE, BRESCIA, VACCA, DELL’ORCO, CURRÒ, CASO, CARIELLO, SORIAL, BUSINAROLO, AGOSTINELLI, FERRARESI, BONAFEDE, SARTI, ROSTELLATO, COMINARDI, BECHIS, BALDASSARRE, COLLETTI, D’AMBROSIO, FANTINATI, MUCCI, BRUGNEROTTO, RIZZETTO, CIPRINI, TRIPIEDI, PISANO e VILLAROSA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
— Per sapere – premesso che:
gli inceneritori sono impianti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotto finale un effluente gassoso, ceneri e polveri; gli impianti che consentono il recupero energetico del calore prodotto vengono comunemente definiti termovalorizzatori, termine del tutto assente nella normativa europea di riferimento, in si parla esclusivamente di «impianti di incenerimento»;
Taverna del Re è una frazione di Giugliano in Campania in provincia di Napoli dove sono depositate circa 7 milioni di eco balle occupanti una superficie equivalente quasi a 360 campi di calcio;
il 1 agosto 2013 il sito regioni.it informa che l’assessore regionale all’ambiente in Campania Giovanni Romano ha detto: «Il sopralluogo di oggi ha confermato, caso mai ce fosse ancora bisogno, la assoluta necessità di eliminare i rifiuti imballati durante il periodo emergenziale che, lo ricordo, sono di circa 6 milioni di tonnellate allocati su tutto il territorio regionale. I due terzi sono stoccati tra Villa Literno e Giugliano. Resta quindi una priorità la realizzazione dell’impianto di incenerimento previsto dalle leggi statali e dal Piano Regionale. Il commissario straordinario Alberto Carotenuto pubblicherà il bando di gara entro questo mese»;
in data 18 gennaio 2012 il quotidiano Repubblica nell’edizione Napoli a firma di Conchita Sannino scriveva: «la Protezione civile ha comprato quei suoli (Taverna del Re – Giugliano) per 2 milioni (di euro), a emergenza già chiusa. Perché, visto che sarebbe intervenuto il capitale del futuro impianto? Non è tutto: i 4 milioni di balle sono ancora “patrimonio” di Impregilo. Vanno riscattate. Con quale denaro? Un impianto che costerà non meno di 500 milioni. Un inceneritore che, stando alle buone intenzioni, dovrebbe essere pronto entro il 2015 per cominciare ad abbattere i primi 4 milioni di ecoballe che, pure, insistono al momento nel “patrimonio” della vecchia proprietà Impregilo»;
l’Unione europea (UE) dispone misure intese a prevenire o ridurre l’inquinamento dell’atmosfera, dell’acqua e del terreno provocato dall’incenerimento e dal coincenerimento dei rifiuti e i relativi rischi per la salute umana. Tali misure impongono in particolare l’ottenimento di un’autorizzazione per gli impianti di incenerimento o di coincenerimento e limiti per le emissioni di taluni inquinanti scaricati nell’atmosfera e nell’acqua;
con la direttiva 2000/76/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 4 dicembre 2000 sull’incenerimento dei rifiuti si stabilisce che «Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro un termine di due anni a decorrere dalla data della sua entrata in vigore. Essi ne informano immediatamente la Commissione. Quando gli Stati membri adottano tali disposizioni, queste contengono un riferimento alla presente direttiva o sono corredate di un siffatto riferimento all’atto della pubblicazione ufficiale. Le modalità del riferimento sono decise dagli Stati membri;
gli Stati membri comunicano alla Commissione il testo delle disposizioni di diritto interno che essi adottano nel settore disciplinato dalla presente direttiva»;
nel 2012 il Parlamento europeo approva due rapporti su ambiente e biodiversità. Si tratta della relazione «sulla revisione del sesto programma d’azione in materia di ambiente e la definizione delle priorità per il settimo programma» (stragrande maggioranza) e di quella sulla «Strategia europea per la biodiversità 2020» (414 favorevoli, 55 contrari e 64 astenuti);
il 24 maggio 2012 tra gli indirizzi della risoluzione del Parlamento europeo «un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse» nel punto 33 si legge che: «invita la Commissione Europea a razionalizzare l’acquis in materia di rifiuti, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero; chiede pertanto alla Commissione di presentare proposte entro il 2014, allo scopo di introdurre gradualmente un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili; ritiene che queste iniziative debbano essere accompagnate da idonee misure transitorie, tra cui l’ulteriore sviluppo di norme comuni basate sul concetto di ciclo di vita; invita la Commissione a rivedere gli obiettivi per il riciclaggio per il 2020 della direttiva quadro sui rifiuti»;
esiste una mirata quanto copiosa bibliografia italiana ed internazionale di testi e studi che mettono in guardia dagli effetti dannosi provocati sulla popolazione residente vicina alla zona di realizzazione di impianti di incenerimento;
la letteratura medica segnala circa un centinaio di lavori scientifici a testimonianza dell’interesse che l’argomento riveste. Fra questi, diverse decine sono costituiti da studi epidemiologici condotti per indagare lo stato di salute delle popolazioni residenti intorno a tali impianti e/o dei lavoratori addetti e, nonostante le diverse metodologie di studio applicate ed i numerosi fattori di confondimento, sono segnalati numerosi effetti avversi sulla salute, sia neoplastici che non;
sono stati descritti: alterazione nel metabolismo degli estrogeni, incremento dei parti gemellari incremento di malformazioni congenite, ipofunzione tiroidea, disturbi nella pubertà ed anche diabete, patologie cerebrovascolari, ischemiche cardiache, problemi comportamentali, tosse persistente, bronchiti, allergie. Un ampio studio, condotto in Giappone ha analizzato lo stato di salute di 450.807 bambini da 6 a 12 anni della prefettura di Osaka – ove sono attivi 37 impianti di incenerimento per rifiuti solidi urbani (RSU) – ed ha evidenziato una relazione statisticamente
significativa fra vicinanza della scuola all’impianto di incenerimento e sintomi quali: difficoltà di respiro, mal di testa, disturbi di stomaco, stanchezza;
l’indagine francese «Etude d’incidence des cancers à proximité des usines d’incenèration d’ordures ménagerer» dell’Invs – Department Santè Environnement 2006 (32) ha esaminato 135.567 casi di cancro insorti negli anni 1990-99 su 25.000.000 persone/anno residenti in prossimità di inceneritori. In questo studio è stato considerato come indicatore l’esposizione alle diossine e passando dal minor al maggior grado di esposizione si registra un aumento statisticamente significativo (p=h0.05) di rischio per: tutti i cancri nelle donne dal +2,8 per cento al +4 per cento, cancro alla mammella dal +4,8 per cento al +6,9 per cento, linfomi dal +1,9 per cento al +8,4, tumori al fegato dal +6,8 per cento al +9,7 per cento; per i sarcomi il rischio passa dal +9,1 per cento al +13 per cento (p=0.1). Le neoplasie che più appaiono correlate all’esposizione ad inquinanti emessi da inceneritori sono i linfomi non Hodgkin (LNH), i tumori polmonari, le neoplasie infantili ed i sarcomi;
la soluzione per lo smaltimento delle eco balle a Giugliano in Campania è stata ravvisata nella costruzione di un impianto di incenerimento il cui bando di assegnazione dei lavori partirà a ridosso del periodo ferragostano;
gran parte del mondo scientifico afferma in modo unanime che gli inceneritori creano danni enormi alla salute ed all’ambiente;
l’inceneritore rappresenterà un danno all’immagine di Giugliano già gravemente compromessa dalla presenza in questi anni delle piramidi di ecoballe;
esistono soluzioni alternative all’inceneritore che consentirebbero di trasformare i rifiuti da problema a risorsa;
alla notizia dell’assessore regionale all’ambiente della Campania circa l’imminente partenza del bando dei lavori stanno costituendosi sul territorio giuglianese numerosi comitati spontanei e le civili proteste dei cittadini si stanno manifestando in diverse forme, compresi i social network;
la normativa europea prevede una scala di priorità strategica che non vede con favore la costruzione di tali impianti e favorisce e promuove invece soluzioni quali la raccolta differenziata, il riciclo e scomposizione di materiali e loro uso –:
di quali elementi dispongano i Ministri interrogati in merito alla realizzazione del termovalorizzatore a Giugliano;
se, alla luce degli studi preliminari, il Governo sia in grado di garantire il pieno rispetto della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, recepita con il decreto legislativo 13 agosto 2010 n. 155, come modificato dal decreto legislativo 24 dicembre 2012, n. 250, perseguendo l’obiettivo di cui all’articolo 1, lettera d), sull’esigenza di «mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi». (4-01648)
L’interrogazione al Ministro puoi leggerla qui