Si torna a parlare di inceneritore e Coldiretti ribadisce la sua totale contrarietà.
L’agroalimentare è sempre più strettamente connesso al territorio ed il prodotto tipico evoca nel consumatore valori, storia e tradizioni legati alle sua origini. Grazie all’opera di Coldiretti la qualità e la salubrità dei prodotti alimentari è tenuta sempre più in considerazione al momento dell’acquisto di alimenti.
Quale immagine volgiamo evocare mentre un giovane statunitense acquista una punta di Parmigiano Reggiano? quali emozioni vogliamo suscitare mentre una casalinga acquista una bottiglia di Lambrusco Reggiano Doc? quale rappresentazione del paesaggio vogliamo che accompagni il nostro aceto balsamico tradizionale o il prosciutto crudo Dop?
«Gli impatti della costruzione di un inceneritore sono notevoli – commenta Marino Zani, presidente della Coldiretti di Reggio Emilia – e vanno valutati con attenzione partendo dalla densità della popolazione, dal patrimonio culturale, dall’agricoltura e dalle sue produzioni, oltre agli aspetti tecnici. Nel compiere scelte legate all’ambiente si può aiutare o penalizzare tutto il comporto agroalimentare locale. È importante tenerlo sempre presente».
L’agricoltura ha riacquistato, negli ultimi anni, il valore che merita e l’attività degli imprenditori agricoli ottiene considerazione agli occhi della società e di consumatori.
La Coldiretti chiede quindi di non vanificare questi risultati collaborando con l’agricoltura per ridurre l’inquinamento e tutelare il nostro territorio per sostenere agli occhi dei consumatori e dei produttori le eccellenze reggiane.
«Ci dichiariamo avversi alla costruzione dell’inceneritore come possibile fonte di inquinamento e deturpamento della nostra terra – conlude Zani – ma siamo ben disposti verso alternative ecosostenibili, che prevedano adeguati accordi di filiera ».