A Federico Perna morto in carcere sono state date tutte le cure? E, quanti altri casi ci sono come il suo? Morire in cella, benchè malato e nell’indifferenza istituzionale. La mamma non aveva il cellulare di Anna Maria Cancellieri.
Di certo c’è che il giovane è morto l’8 novembre scorso. Originario di Latina, di anni 34, detenuto presso il carcere di Poggioreale (Napoli) – padiglione «Avellino» – dove divideva la cella n. 6 con altri 10 detenuti. Sul giornale on line www.fanpage.it è presente una intervista alla madre di Federico dalla quale è possibile evincere diversi punti assolutamente da chiarire;
verbali clinici sia di una struttura ospedaliera di Viterbo che del centro clinico del carcere di Secondigliano documentano che lo stato di salute di Federico fosse incompatibile con la detenzione in carcere; egli, infatti, era affetto da epatite C e da cirrosi epatica tali da richiedere il trapianto del fegato e aveva, inoltre, problemi di tossicodipendenza; sebbene tale stato richiedesse il ricovero in una struttura protetta non risulta che alcuna cartella clinica sia stata invece mai emessa dalla struttura medica di Poggioreale. Ufficialmente Federico è morto per «arresto cardiocircolatorio» ma ancora risulta sconosciuto il luogo esatto della morte, la madre, Nobila Scafuro, riferisce: «Prima mi hanno detto che era morto in carcere, poi in ambulanza perché non c’era il defibrillatore, poi ancora mi hanno detto che è morto prima di essere caricato sull’autoambulanza. All’inizio non riuscivo a capire nemmeno in quale obitorio fosse». L’avvocato che assiste la signora Scafuro sottolinea che: “l’aspetto più grave emerso dall’esame autoptico è l’abbandono e la trascuratezza nelle quali è stato lasciato il detenuto”.
Con Federico, sale a 139 il bilancio delle vittime in cella dall’inizio di quest’anno. L’autopsia che si esegue a 48 ore dalla morte, è stata invece eseguita a distanza di 6 giorni, ritardo che potrebbe essere stato giustificato dalla necessità di voler nascondere numerose ecchimosi sul corpo di Federico.
Ho rivolto le mie perplessità al ministro della Giustizia in II Commissione, che mi ha risposto tramite il suo sottosegretario Cosimo Maria Ferri. Una risposta deludente. Potete leggere qui la mia interrogazione e la risposta “formale” —-> http://goo.gl/wcJTDs
Il caso è stato portato all’attenzione da Gaia Bozza su fanpage.it.