Ecomafie e criminalità hanno le ore contate sui danni all’ambiente?
“Dopo vent’anni di attesa – fa sapere l’associazione – speriamo che questa legislatura sia quella giusta per dotare il nostro Paese di una adeguata tutela penale dell’ambiente, necessaria premessa per affrontare in maniera più efficace le diverse forme di criminalità ambientale ed ecomafiosa, causa principale di disastri ambientali e sanitari. L’occasione è l’approvazione in Parlamento, in tempi rapidi, di un testo coordinato che sintetizzi i due disegni di legge già presentati nelle competenti commissioni, a firma rispettivamente dei deputati Ermete Realacci e Salvatore Micillo“.
Una riforma che “parte proprio dall’inserimento nel Codice penale, con l’aggiunta di uno specifico Titolo, dei delitti contro l’ambiente, ponendo rimedio alla situazione attuale di disordine normativo con norme sparse in diversi testi unici, codici, decreti legislativi. Un intero Titolo, quindi, che possa disciplinare con pene efficaci, proporzionate e dissuasive come ci chiede l’Europa alcune fattispecie specifiche”, dichiara il direttore generale di Legambiente Rossella Muroni.
Per Legambiente, l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale sarebbe anche il modo per allineare l’Italia agli standard europei, rispettando lo spirito della Direttiva comunitaria 99 del 2008, recepita solo formalmente nel nostro paese (fatta eccezione per la previsione della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche), che ha chiesto a ciascun paese membro di dotarsi di sanzioni adeguate, proporzionate e dissuasive nel campo della tutela penale dell’ambiente.
Fino a quando non saranno soddisfatte queste tre condizioni, conclude l’associazione, l’Italia, che può ”vantare” un fenomeno come quello dell’ecomafia senza pari nel resto d’Europa, non potrà dire di avere avviato una reale ed efficace azione di contrasto a questa forma di criminalità.
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