Signor Presidente, colleghi, ancora una volta l’obbedire di questo Governo a logiche clientelari, come quelle finora rilevate dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ci obbliga al muro contro muro. Su un problema, come quello del rilancio economico del Paese, siamo costretti a dare battaglia per difendere quei sacrosanti interessi e bisogni della cittadinanza che, ancora una volta, col colpo di mano dato anche con questo decreto-legge, vengono sacrificati sull’altare dei favori ai potenti e ai lobbisti di turno.
Tralasciando per un momento gli argomenti IMU e Bankitalia, che occupano la quasi totalità di un decreto-legge sul quale per l’ennesima volta questo Governo, ponendo la fiducia, si è rivelato un Esecutivo debole, è il caso di porre l’accento sull’articolo 7 del provvedimento in oggetto. In quest’articolo infatti, ignorando per l’ennesima volta persino le indicazioni del Presidente della Repubblica in merito all’allegro ed abusato utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza, viene fissata una norma che consente una nuova rimodulazione delle accise sugli alcolici. Quelle accise che in condizioni normali, ed è bene specificarlo, andrebbero a comporre un fondo destinato alla copertura finanziaria di interventi volti alla tutela dei beni culturali, al sostegno del turismo e del finanziamento del tax credit nel settore cinematografico.
Insomma, finalità sicuramente nobili per un Paese che proprio in questi settori annovera eccellenze indiscusse in campo internazionale. Pensiamo ai tanti monumenti sparsi in giro per tutta l’Italia, allo straordinario patrimonio paesaggistico naturale che in alcuni casi è addirittura riconosciuto dall’UNESCO, alle pellicole che hanno reso il nostro cinema tale che negli anni si è affermato come punto di riferimento assoluto per tutti gli autori contemporanei. Gli stessi settori che però, in maniera curiosa, continuano a far parlare di loro non per i successi ma per le disavventure.
Pensiamo alle varie proteste del mondo del cinema che la scorsa estate chiedeva a gran voce proprio la reintroduzione del tax credit per sostenere tutto il mondo che ruota attorno alla cosiddetta settima arte. Un mondo che nei mesi scorsi ha registrato il rischio chiusura di realtà storiche come quella degli studi di Cinecittà, e del conseguente rischio disoccupazione per migliaia di persone. Pensiamo all’immenso patrimonio storico-artistico che il mondo intero ci invidia, e che purtroppo continua a franare sotto i colpi mortali dell’abbandono e dell’incuria.
Se penso alla mia terra, a proposito di patrimonio dell’UNESCO, è indelebile l’immagine dei crolli avvenuti presso gli scavi di Pompei o presso la Reggia di Caserta. Non si può non pensare allo stato di abbandono che aggredisce siti dall’immenso valore storico, come l’anfiteatro romano di Santa Maria Capua Vetere e gli scavi di Liternum a Giugliano. Insomma, se si pensa a tutto questo, allora la domanda viene naturale: ma i fondi raccolti con queste accise, in buona sostanza, che fine fanno ? E insieme a loro, che fine fanno le continue rideterminazioni, come l’ultima che lo scorso settembre è stata inserita nel decreto-legge n. 104 del 2013, convertito a novembre dalla legge n. 128 del 2013, recante «Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca» ? E basta andare appena un mese più indietro per trovare la precedente rimodulazione che ad agosto, a proposito di beni culturali e dintorni, è stata inserita nel decreto-legge n. 91 del 2013, convertito a ottobre dalla legge n. 112 del 2013, recante «Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo».
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SALVATORE MICILLO. A questo punto quindi, nel rispetto di una cittadinanza stanca di vedere i propri soldi finire nelle tasche di qualcun altro, invece che investiti realmente nel proprio futuro, ci chiediamo e vi chiediamo se non sia più logica l’idea di incidere maggiormente su queste concessionarie di gioco d’azzardo, invece di mettere continuamente le mani sui consumi che già sono ad un minimo storico.
Ci chiediamo e vi chiediamo se non sia più coerente e percorribile la strada del recupero di queste multe per le attività di cui abbiamo parlato. Alla fine parliamo di multe, di debiti che questi signori hanno nei confronti delle casse dello Stato. Possibile che non vi riesca una volta tanto di dimostrarvi forti con questi poteri invece di continuare a mostrare rigore e severità solo con i piccoli ? Date un segnale di cambiamento una volta tanto, non lasciate questo lavoro sempre a noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(intervento tenuto in Aula lunedì 27 gennaio 2014 per la conversione del disegno di legge del Governo su Bankitalia e parziale abolizione dell’Imu)