#inceneritoregiugliano #DISTRETTODELRICICLO
Nel complesso i due bandi sono sostanzialmente molto simili, ci sono tuttavia alcune differenze che non devono far abbassare la guardia.
Il pericolo tuttavia maggiore, secondo noi, era che fosse inserita una qualche forma di sovvenzione o contributo in termini economici a favore del futuro aggiudicatario, ma fortunatamente questo, almeno nella formulazione letterale del bando, non è avvenuto.
Ricordiamo infatti che, stando alle parole del commissario Carotenuto, la ragione principale che ha determinato il non perfezionamento della prima procedura di gara è stata la troppa onerosità dell’affare a fronte di contributi statali ritenuti, evidentemente, insufficienti dalle aziende partecipanti.
Ricordo che l’investimento che una impresa deve effettuare per la realizzazione e gestione di un impianto del genere si aggira, in via presuntiva e del tutto indicativa, intorno ad una cifra pari 820 milioni di euro. Sono previsti infatti 300 milioni per lavori ed oneri di sicurezza, 16 milioni per la progettazione e 25 milioni all’anno per la gestione dell’impianto a fronte di una concessione della durata di 24 anni (4 dei quali se ne vanno tra costruzione ed avviamento).
A fronte di un investimento di tal guisa il gestore dell’impianto potrà usufruire unicamente delle agevolazioni tariffarie per la vendita di energia elettrica proveniente dall’incenerimento dei rifiuti (quello che viene chiamato “CIP-6”).
Come dire: tu costruisci l’inceneritore ed io stato ti agevolo economicamente nella vendita della energia elettrica che produci.
Iniziamo a vedere i punti che, a nostro avviso rendono il bando del 2014 addirittura più gravoso (per gli imprenditori privati) rispetto a quello del 2013.
In primo luogo viene precisato che sono a carico del concessionario anche le spese di indizione della procedura. Si tratta di altri 300.000 euro a carico del concessionario. A ben vedere si sarebbe potuto dire che, anche nel precedente bando tale onere economico sarebbe comunque stato a carico dell’impresa, tuttavia trattasi di una precisazione importante. Tuttavia, 300.000 euro, a fronte di un investimento complessivo di svariate centinaia di milioni di euro, secondo noi non fanno la differenza.
In secondo luogo è previsto che i costi per il ristoro ambientale sono a carico dell’aggiudicatario, trattasi di ulteriore elemento oneroso.
A fronte di questo è pero precisato (e crediamo che tale elemento sia venuto alla luce a seguito di osservazioni effettuate dalle imprese che hanno partecipato al dialogo competitivo durante la prima procedura selettiva) che la gestione dei siti di stoccaggio temporaneo non è di competenza dell’aggiudicatario cosi come le attività di ripristino dei siti una volta svuotati non è di competenza dell’aggiudicatario. Significa dire che, un sito come quello di Taverna del Re, una volta svuotato dalle ecoballe, non si capisce che fine farà; è competenza della ditta aggiudicatrice curarsi della sorte di tale area. Non si capisce quindi il destino di una tale area che ha visto lo stanziamento per tanti anni di rifiuti di dubbia composizione. Dovrà essere bonificato ? non è dato sapere.
Passiamo adesso all’analisi dei punti che rendono il bando 2014 “pericoloso” per noi fermi oppositori all’incenerimento dei rifiuti, nel senso che vi sono delle differenze con il vecchio bando che, tradotte, danno la possibilità ad un maggior numero di aziende di partecipare alla costruzione dell’inceneritore.
Infatti è proprio questa la “ratio” che sembra pervadere il nuovo bando di gara: ampliare il numero di imprese potenzialmente interessate alla costruzione dell’impianto di incenerimento dei rifiuti facendo in modo che un maggior numero di imprenditori possa partecipare alla procedura di selezione. E’ infatti agevole comprendere come il fatto che più aziende vengano ammesse alla procedura di gara, significa maggiori possibilità che qualcuno, alla fine, costruisca l’impianto di trattamento termico dei rifiuti.
Nel bando del 2013 era previsto che le aziende dovessero avere almeno 5 anni di esperienza in gestione impianti analoghi; Tale specifica sparisce nel band 2014.
Nella procedura del 2013 le aziende dovevano essere in possesso di un determinato sistema di qualità aziendale, nel 2014 tale requisito sparisce .
Un punto importante deve ancora essere sottolineato. Nel bando 2013 era prevista un elemento molto pericoloso che non è stato reiterato in quello 2014. In pratica nel bando 2013 era previsto che il concessionario avrebbe potuto chiedere di smaltire, oltre alle ecoballe dei siti di stoccaggio indicati nel disciplinare di gara, anche gli RSU provenienti dal territorio di Giugliano in Campania e da comuni limitrofi con uno specifico e determinato potere calorifero. Era previsto che per lo smaltimento di tali rifiuti, il gestore dell’impianto conseguisse una tariffa di smaltimento. Questo aspetto era a nostro avviso estremamente pericoloso, in quanto significava dare denaro al gestore dell’impianto; denaro proveniente dagli enti locali. Fortunatamente tale aspetto è stato stralciato nel bando 2014.
Nella GUCE del 2013 è individuato il TAR Campania come organismo responsabile delle procedure di ricorso, mentre nella versione 2014 è previsto il TAR Lazio, ci riserviamo di approfondire tale ultimo aspetto.
Ci sono infine dei punti riteniamo necessario sottolineare.
In primo luogo è importante a nostro avviso, in una prospettiva “de iure condendo”, relazionare tale bando di gara con l’approvando articolo 35 del decreto legge sblocca-italia, il quale qualifica gli impianti di incenerimento come “infrastrutture ed insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell’ambiente”. Vi è infatti il rischio che, a fronte di una tale classificazione, possa arrivare, in futuro, una qualche forma di contribuzione.
In secondo luogo è importante monitorare il comportamento della Regione Campania, soprattutto in vista delle imminenti elezioni, infatti la materia dei rifiuti si trova, in questo caso, a cavallo tra la competenza statale e quella regionale.
In ultimo luogo è importante controllare come si comporterà il sistema finanziario e bancario che necessariamente ruota intorno ad un simile investimento. Siamo infatti memori delle ingerenze del mondo finanziario avvenute alla fine degli anni novanta relativamente al bando dell’allora commissario Rastrelli che senza dubbio hanno contribuito a generare la perversa attuale situazione campana.
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Il movimento 5 stelle ha presentato a tutte le istituzioni il “distretto del riciclo”
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