Si è concluso finalmente l’esame del Ddl Delitti Ambientali in commissioni congiunte Ambiente e Giustizia al Senato. E’ un provvedimento che vede l’apporto decisivo del Movimento 5 Stelle, grazie al lavoro instancabile dei portavoce in Parlamento, sostenuto dal lungo dibattito critico e dalla pressione mediatica di gran parte della società civile e dei movimenti ambientalisti.
Possiamo affermare che il testo uscito dalle commissioni sia decisamente migliorato e che siano state superate molte criticità evidenziate in questi mesi. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, con le modifiche apportate al Senato dovrà tornare in seconda lettura a Montecitorio.
Una proposta di legge che annovera tra i suoi promotori il Movimento 5 Stelle, per mezzo del nostro portavoce Salvatore Micillo, e introdurrà per la prima volta nel codice penale nuove fattispecie di delitti e reati connessi all’ambiente, come del resto accade già in altri paesi europei. Una legge che sancisce un principio apparentemente semplice: chi inquina paga.
Al Senato abbiamo inserito importanti modifiche.
Una vittoria del M5s è l’emendamento con cui viene soppressa la controversa parte settima: disciplina sanzionatoria degli illeciti amministrativi e penali in materia di tutela ambientale. Tra le novità il ravvedimento operoso, che instaura meccanismi premiali per chi si adopera alla bonifica o alla messa in sicurezza o, nel caso di dolo, collabora fattivamente con gli inquirenti. È stata anche prevista la confisca dei beni alle ecomafie, che insieme ai loro eventuali proventi, verranno messi a disposizione dell’amministrazione pubblica competente e vincolati all’uso dopo una bonifica”.
Sono stati introdotti quattro tipi di reato ambientale: intanto, è stata chiarita la controversa definizione di disastro ambientale, e anche quella diinquinamento ambientale.
Un passaggio necessario per evitare il rischio di “abolitio criminis”, ovvero che un fatto costituente reato secondo la legge vigente non lo sia più in caso venga approvata una nuova legge. Le pene previste variano da 5 a 15 anni per disastro ambientale; da 2 a 6 anni (e da 10mila a 100mila euro) per inquinamento ambientale.
Definiti anche i nuovi reati di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, punito con il carcere da 2 a 6 anni; e impedimento del controllo, reato che prevede una pena detentiva da 3 a 6 mesi.
In particolare, si configura il reato di disastro ambientale per chiunque causi “alternativamente” una delle seguenti fattispecie: A) l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema; B) l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali; C) l’offesa alla pubblica incolumità, determinata con riferimento alla capacità diffusiva degli effetti lesivi della condotta”.
L’inserimento dell’avverbio “alternativamente” e dunque prevedere che sia sufficiente una sola delle tre condizioni per configurare ipotesi di reato, è stato possibile grazie all’approvazione di un emendamento del M5S.
Infine abbiamo previsto che nel caso di un reato ambientale commesso per colpa, e non per dolo, il soggetto responsabile possa usufruire di una riduzione di pena solo nel caso in cui interrompa l’azione delittuosa, collabori con le forze di polizia e provveda all’immediata messa in sicurezza, alla bonifica e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi.
M5s Parlamento
Il link del comunicato sul blog di Beppe Grillo