A seguito dei gravi fenomeni metereologici che hanno colpito in questi giorni il nostro Paese da nord a sud, provocando purtroppo numerose vittime, ricordiamo che con il “Decreto Riordino” (D.L. 12 luglio 2018, n. 86) le competenze in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo e di sviluppo delle infrastrutture idriche sono passate dalla struttura di missione – Italia Sicura al Ministero dell’Ambiente, che sta dialogando con le Regioni per verificare la programmazione degli interventi e dare supporto. I fondi da destinare alle Regioni per interventi di messa in sicurezza ci sono, sono quelli che erano già stati assegnati al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per quanto riguarda la questione dei fondi della BEI, la banca europea di investimenti, tenuto conto che i relativi interessi sarebbero pagati da tutti i cittadini, non vi accederemo se non necessario. Peraltro, le pratiche di finanziamento avviate dalla Struttura di Missione con la BEI non hanno dato luogo ad alcuna formalizzazione, essendo emerse alcune problematiche attuative e nodi ostativi.
L’Italia da anni fa da apripista in Europa per le politiche contro la plastica. Nel 2014 è stato il primo paese europeo a vietare l’uso di sacchetti di plastica non biodegradabili per l’asporto di merci e con la proposta di legge finalizzata a promuovere il recupero dei rifiuti in mare, si introdurranno ulteriori divieti di immissione sul mercato nazionale di determinati articoli in plastica monouso.
Nonostante questo, l’inquinamento ambientale riconducibile ai rifiuti di borse di plastica disperse, soprattutto in mare, è ancora una vera e propria emergenza su tutto il territorio nazionale. Dal continuo monitoraggio effettuato dal Ministero dell’ambiente, e nonostante l’impegno profuso dalle forze dell’ordine nella repressione degli illeciti, emergono dati ancora preoccupanti: da qui la necessità non solo di proseguire con decisione sulla strada dei controlli dei siti di vendita al dettaglio, ma anche di concentrarsi sui produttori dei sacchetti fuorilegge e sull’applicazione rigorosa delle sanzioni. A tal proposito, nel corso del 2017, in attuazione delle direttive del Ministero, i controlli effettuati dal NOE con il Comando Carabinieri Forestali si sono notevolmente intensificati, con un totale di 4362 controlli e di 4175 aziende ispezionate, di cui 269 poste sotto sequestro. L’importo complessivo delle sanzioni comminate nei confronti dei trasgressori ammonta ad 1.998.100,00 di euro. L’impegno delle forze dell’ordine nell’azione di prevenzione e repressione degli illeciti relativi alla commercializzazione di prodotti fuorilegge e l’accurato monitoraggio dei siti di produzione e di vendita al dettaglio delle buste di plastica è costante su tutto il territorio nazionale.
Per evitare l’uso ripetuto delle ordinanze contingibili e urgenti nonché per l’emergenza sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in Calabria, il Ministero dell’ambiente ha avviato, da tempo, un’attività di monitoraggio informatizzato, grazie alla quale si è avuta una sensibile riduzione del ricorso al a questi provvedimenti di emergenza, che hanno un contenuto vincolato dalla legge anche nelle tempistiche. Nei confronti della Regione Calabria, rispetto alla quale non risulta che sia stato dichiarato lo stato d’emergenza, il Ministero ha rivolto dei richiami, sollecitando a ricondurre alla normalità, entro tempi certi e celeri, la gestione dei rifiuti, mettendo in atto tutte le iniziative volte a superare le criticità esistenti sul territorio. In riscontro, la Regione ha incrementato la raccolta differenziata, con la realizzazione di isole ecologiche.Ad ogni modo, per limitare il ricorso allo strumento delle ordinanze contingibili ed urgenti, il Ministero dell’Ambiente sta istruendo un ulteriore provvedimento che indirizzi i Sindaci, i Presidenti di Provincia e di Regione nell’esercizio del potere derogatorio ex art. 191 del D.Lgs. n. 152/2006.
Con riferimento alle questioni poste, per quanto concerne il progetto di raddoppio del viale Leonardo Da Vinci, nel tratto fra via Marx e via Nenni in soprelevazione, si segnala che si è svolta e conclusa la VIA speciale sul Progetto preliminare. La Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA e VAS si è espressa con il parere n.1077 del 26 ottobre 2012, con esito positivo con prescrizioni. Il Ministero dell’ambiente ha, successivamente, inviato il predetto parere di VIA al Ministero delle infrastrutture per la successiva pre-istruttoria al CIPE, ma non risulta sia stata mai emanata la Delibera CIPE di approvazione e contestuale accertamento della compatibilità ambientale. Nel settembre 2013, il proponente Comune di Prato ha presentato istanza per l’avvio della Verifica di Ottemperanza sul progetto definitivo, ma, non risultando emanata la delibera CIPE, l’istanza è stata archiviata come improcedibile. Per quanto concerne, invece, il progetto di raddoppio mediante realizzazione di un sottopasso, l’Arpat ha fatto presente che, alla luce della documentazione integrativa depositata dal proponente, non sembra sia possibile escludere impatti dell’opera sull’ambiente, sicuramente per la componente idrogeologica, con particolare riferimento alla fase di esercizio. Pertanto, fatta salva l’ulteriore documentazione eventualmente depositata dal proponente, l’Agenzia ha ritenuto che ricorrano le condizioni per sottoporre il progetto al procedimento di VIA. L’Autorità di bacino distrettuale, da parte sua, se da un lato ha evidenziato, con riferimento al Piano di gestione del rischio alluvioni, che l’intervento proposto ricade in area a pericolosità da alluvione bassa e che pertanto risulta fattibile alle condizioni previste dal Piano medesimo, dall’altro lato ha evidenziato alcuni possibili impatti, tra cui l’eventuale effetto diga dell’opera sulla falda. Alla luce delle informazioni esposte, con specifico riferimento ai tempi certi dell’eventuale procedura di VIA relativa al progetto del sottopasso, si ricorda che, nel momento in cui tale procedura sarà avviata, la Parte Seconda del D.Lgs. 152 del 2006 stabilisce perentori tempi di espletamento delle attività per tutti i procedimenti di VIA.
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