Le interrogazioni a risposta orale di oggi in Aula e in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati.
Nello smaltimento e riutilizzo dei rifiuti, l’Italia si colloca in una posizione di eccellenza in Europa, perfettamente in linea con gli obiettivi di riciclaggio al 50% fissati per il 2020. Andando ad analizzare la situazione nazionale, ci accorgiamo di una realtà disomogenea, con regioni in ritardo rispetto ad altre e, più in generale, con un forte gap tra nord e sud. Il recepimento del nuovo pacchetto di Direttive europee sui rifiuti e sull’economia circolare ci dà l’opportunità di consolidare la nostra posizione e soprattutto di fare passi in avanti nel colmare le distanze, rimuovendo gli ostacoli che hanno impedito all’economia circolare di penetrare in misura omogenea tutto il territorio nazionale. Gli strumenti per raggiungere i nuovi obiettivi saranno il decentramento amministrativo e la semplificazione della normativa esistente, la massima riduzione del ricorso alla decretazione attuativa e l’intervento sul regime delle responsabilità della gestione e chiusura del ciclo dei rifiuti.
L’articolo 35 del decreto «sblocca Italia» contiene una serie di disposizioni volte a creare un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani, che garantisca l’autosufficienza a livello nazionale e ci permetta di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione, e di limitare i rifiuti destinati alla discarica; per quanto riguarda lo stato di attuazione delle misure relative all’incenerimento dei rifiuti, gli impianti attivi sul territorio nazionale sono diminuiti passando dai 49 del 2012 ai 39 del 2017. Anche la quantità di rifiuti totali inceneriti si è ridotta notevolmente negli anni, passando da 6.205.631 tonnellate nel 2016 a 6.113.232 tonnellate nel 2017.
Le competenze sulla discarica di Difesa Grande nel Comune di Ariano Irpino sono in capo alla Regione Campania, che in Conferenza di Servizi ha dichiarato il sito non contaminato, accogliendo pertanto la richiesta di definanziamento dell’intervento di bonifica, che era stato originariamente previsto per € 6.480.000,00, nell’ambito dell’Accordo di Programma denominato “Programma Strategico per le Compensazioni Ambientali nella Regione Campania” del 18 luglio 2008.
Date le continue denunce di potenziale contaminazione che pervengono al Ministero dell’Ambiente, il Ministero è comunque intervenuto lo scorso gennaio richiedendo lo alla Regione un’informativa sullo stato delle attività e dei procedimenti. La Regione ha fatto presente che sono ulteriormente in corso approfondimenti analitici in area esterna al corpo di discarica da parte dell’Arpac Avellino, in seguito ai quali sarà convocata una Conferenza di Servizi decisoria. Il Ministero dell’Ambiente continuerà richiedere tempestivi aggiornamenti circa gli esiti delle attività in corso e a tenersi informato svolgendo le opportune attività di monitoraggio con i soggetti territoriali competenti.
Il ministero dell’ambiente nel 2017 ha stanziato un milione di euro per la realizzazione da parte della Regione Puglia di un piano di indagine ed approfondimento per la verifica dello stato delle matrici ambientali nella discarica Burgesi nel Comune di Ugento. Il Ministero dell’ambiente, subito dopo la definizione del contenzioso nato dal ricorso del Comune di Ugento che lamentava la distrazione dello stanziamento, ha tempestivamente assunto i provvedimenti necessari ad assicurare che la Regione Puglia acquisisca la disponibilità delle somme stanziate per la realizzazione del piano di indagine nelle aree interessate. La Regione Puglia in seguito al ricorso del Comune di Ugento aveva dato avvio ad indagini indirette finalizzate alla caratterizzazione geofisica del corpo rifiuti, avvalendosi anche dell’indagine dell’ARPA di tipo elettrico ed elettromagnetico ad elevata risoluzione, e procedendo all’individuazione dell’eventuale presenza di contaminazione organica e stima della relativa estensione. ARPA Puglia continua a svolgere attività di controllo e di monitoraggio delle matrici ambientali.
La presenza rilevata quest’estate in alcune località del litorale barese di un’alga tossica denominata Ostreopsis Ovata, con conseguente divieto di balneazione, è un fenomeno noto da tempo in Italia ed oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche e documenti tecnici, nonché regolato dalla normativa vigente sia in tema ambientale che in quello della salute pubblica. Anche il monitoraggio sulla presenza e sulle fioriture di questa microalga è già attivo da molti anni e, in particolare, ARPA Puglia dal 2007campiona ogni anno le acque in 20 siti distribuiti sull’intero territorio regionale, prevalentemente rocciosi (ambiente ideale per questa specie) e dove ci sono “storiche” fioriture. Tutti i risultati sono consultabili sul sito ufficiale dell’Agenzia. Nei casi di superamento dei valori soglia stabiliti dalle Linee Guida del Ministero della Salute, ARPA Puglia ne dà immediata comunicazione alle Istituzioni preposte (Regione, ASL e Comune di competenza territoriale) per eventuali misure da adottare. Per quanto di competenza, il Ministero dell’ambiente continuerà a svolgere le proprie attività di monitoraggio e a tenersi informato, in collaborazione con gli altri soggetti istituzionali competenti, senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla questione.