A settembre 2018 la Regione avrebbe raggiunto una percentuale di raccolta differenziata pari al 35,4%, valore che senza il forte ritardo di Palermo e Catania arriverebbe al 45%. Dai dati ISPRA per il 2017, la Sicilia registrava un aumento della raccolta differenziata di quasi sette punti percentuali rispetto al 2016. Stante il ritardo delle grandi città siciliane nel raggiungimento di adeguati livelli di raccolta differenziata, il 28 febbraio scorso si è tenuta una riunione tra la Regione e il CONAI per fare il punto della situazione sulle piattaforme di selezione al servizio delle Città metropolitane che operano per i Consorzi. Nel corso della riunione è stata valutata l’opportunità di costituire un Tavolo istituzionale tra Ministero dell’ambiente, Regione e Città metropolitane per monitorare le azioni che queste ultime devono porre in essere per l’avvio della raccolta differenziata e per superare le eventuali criticità. L’aumento della percentuale di raccolta differenziata comporta una riduzione del fabbisogno di discarica con la conseguente riduzione delle criticità del territorio regionale legate al trattamento del rifiuto indifferenziato. Dalla disamina dei singoli interventi previsti per la riduzione del rischio residuo relativi alla realizzazione di impianti di discarica e di compostaggio, sebbene si registri un complessivo ritardo delle attività rispetto al cronoprogramma iniziale, entro i prossimi 6 mesi sarà possibile il completamento dei progetti definitivi di tutte le opere e, quindi, successivamente, sarà possibile partire con le procedure per l’affidamento dei lavori. Con riferimento alla realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi – VII vasca presso la piattaforma impiantistica di Bellolampo, il Commissario ha comunicato di aver avviato, il 1° febbraio 2019, la procedura per l’affidamento del servizio di ingegneria per la redazione del progetto esecutivo.
In merito alle attività della distilleria Bonollo s.p.a, la Prefettura di Padova ha comunicato di aver convocato, in due distinte occasioni, tutti gli organi tecnici sanitari e ambientali competenti – ossia il Comune di Conselve, la Provincia, ARPAV e ULSS 6 Euganea – unitamente ai rappresentanti della Bonollo s.p.a., allo scopo di individuare un percorso condiviso e fare il punto sugli accertamenti ambientali e sanitari effettuati dai soggetti preposti, ARPAV in particolare, che dal 6 dicembre 2018 al 24 gennaio 2019 ha effettuato il monitoraggio della qualità dell’aria in ambiente esterno in prossimità della distilleria con una stazione mobile dotata fra l’altro di uno strumento per la misura giornaliera delle polveri (PM10), i cui risultati sono pubblicati sul sito dell’Agenzia. Per quanto concerne, infine, lo specifico episodio dello sversamento di liquido fangoso fuoriuscito dalla vasca di denitrificazione dell’impianto di depurazione dei reflui della distilleria, risulta che il personale ARPAV sia intervenuto effettuando sopralluoghi, campionamenti e monitoraggi, che sono peraltro ancora in corso, ed individuando, d’intesa con la ditta, gli interventi per il completo ripristino ambientale. Alla luce delle considerazioni esposte, il Ministero dell’ambiente rassicura, comunque, che continuerà a tenersi informato circa ogni utile elemento inerente il contesto ambientale e le azioni intraprese, al fine di una valutazione dell’entità della problematica e delle ulteriori eventuali misure da adottare.
A seguito degli episodi del 2002 e del 2017 che hanno portato alla rilevazione della presenza, nelle acque destinate al consumo umano, di sostanze estranee, seppur in quantitativi molto al di sotto dei limiti di legge, è stata evidenziata la potenziale interferenza delle infrastrutture del Traforo del Gran Sasso e dei Laboratori Nazionali dell’Istituto di Fisica Nucleare (INFN) con il sistema idrico e l’esigenza di implementare le attività di coordinamento, gli strumenti di controllo e gli interventi puntuali e infrastrutturali sull’intero sistema. A tal fine, è stato istituito un Gruppo di lavoro, composto da tutti gli Enti a vario titolo coinvolti nella gestione del sistema idrico del Gran Sasso, per individuare e porre in essere strategie e azioni volte a garantire la sicurezza dell’acquifero e delle captazioni potabili attraverso interventi infrastrutturali sia sulle opere acquedottistiche, sia all’interno dei Laboratori dell’INFN e delle gallerie autostradali, nonché misure finalizzate alla gestione, nel breve periodo, di ogni potenziale rischio attraverso un sistema di monitoraggio, allerta e condivisione delle informazioni. Al Gruppo di lavoro è demandata, altresì, la predisposizione del Piano di Sicurezza delle Acque (PSA) della filiera idrica delle sorgenti del Traforo. La questione della messa in sicurezza delle captazioni ad uso potabile è seguita anche da una apposita Commissione tecnica, nell’ambito della quale, con recente deliberazione regionale del 25 gennaio scorso, è stato definito il piano degli interventi infrastrutturali a breve, medio e lungo termine per la risoluzione definitiva della problematica nel suo complesso, stimandone i relativi costi in circa 172 milioni di euro, che potrebbero trovare copertura nel Piano nazionale degli interventi nel settore idrico, finanziato dalla Legge di bilancio 2019. Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero dell’ambiente, per quanto di competenza, continua a seguire i vari aspetti della vicenda e l’operato dei vari attori e gruppi di lavoro coinvolti, riservandosi l’opportunità di avviare ogni iniziativa di coordinamento ed indirizzo con la Regione al fine di garantire la corretta applicazione della vigente normativa ambientale, con particolare riferimento alla salvaguardia della risorsa utilizzata a scopo idropotabile.
Nel II Addendum al Piano Operativo “Ambiente” FSC 2014-2020 è previsto il finanziamento di ulteriori interventi di bonifica, tra i quali quello di “Messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica della discarica per rifiuti non pericolosi frazione Pogliani, loc. Pozzo zona ex fornace Slet ”, per un importo di 1,5 milioni di euro. Al fine di garantire il tempestivo avvio degli interventi in questione, il Ministero ha intrapreso un’interlocuzione con la Regione per condividere la governance e le modalità operative per l’attuazione degli interventi programmati, anche in coerenza con le disposizioni delle Delibere CIPE di riferimento e della Circolare n. 1/2017 del Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno. Sul punto, si segnala che è in corso di definizione uno specifico Accordo di Programma, nel quale saranno disciplinate le risorse stanziate e definite le modalità di attuazione degli interventi. A tal proposito, il Ministero dell’ambiente ha chiesto alla Regione Piemonte di fornire gli elementi necessari al censimento dell’intervento in questione nella Banca Dati Unitaria del Ministero dell’economia e delle finanze, adempimento propedeutico all’effettiva erogazione del finanziamento stanziato dal CIPE.
Il Centro Oli Val d’Agri (COVA) di Eni è soggetto ad autorizzazione integrata ambientale di esclusiva competenza regionale, la cui Autorità di controllo è l’ARPA Basilicata la quale, in conseguenza dell’evento verificatosi nel 2017, è intervenuta a supporto del NOE nelle attività di indagine e campionamento, effettuando, durante gli interventi di Messa in Sicurezza di Emergenza (MISE), 17 sopralluoghi e 48 campionamenti delle matrici ambientali suolo/sottosuolo ed acque sotterranee, nonché 4 prelievi di acque reflue. Inoltre, nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2019, ARPAB ha effettuato i campionamenti delle acque sotterranee previsti dal Piano di Caratterizzazione ed ha fatto presente che le attività richieste dalla Conferenza di Servizi decisoria di dicembre 2018 sono in fase di completamento. Inoltre, l’Accordo di Programma Quadro tra Ministero dell’ambiente, Regione Basilicata, ISPRA e ARPAB, in base al quale IPSRA, pur trattandosi di un impianto non rientrante nelle proprie ordinarie competenze, ha fornito il supporto tecnico-scientifico ad ARPAB per il potenziamento del monitoraggio ambientale del Centro Oli Val D’Agri.
A partire da luglio 2018, data di scadenza dell’Accordo, si sono svolte numerose interlocuzioni tra i vari soggetti coinvolti al fine di giungere al rinnovo dello stesso, la cui bozza è stata già predisposta da ISPRA e sarà sottoscritta a breve. Tra gli ambiti di collaborazione dell’Accordo Quadro si sta valutando l’opportunità di ricomprendere anche le attività autorizzative e di controllo dei procedimenti di AIA, VIA e VAS con particolare riferimento alle concessioni Val d’Agri e Gorgoglione e l’affiancamento in sopralluoghi e visite ispettive, oltre che la collaborazione nell’ambito dei procedimenti di “Bonifica di siti contaminati” nei SIN e in altre aree contaminate o potenzialmente tali della Regione Basilicata e sui pozzi petroliferi non più produttivi, presenti nel territorio regionale e che necessitano di chiusura mineraria, bonifica e ripristino. Infine, il Ministero dell’ambiente si è costituito parte civile nel processo penale n. 4542/2010 RGNR pendente dinanzi il Tribunale di Potenza per il risarcimento dei danni derivanti all’ambiente in relazione alle attività del Centro Oli. In particolare, in detto procedimento, ai responsabili della società sono stati contestati reati concernenti le emissioni in atmosfera (violazione delle prescrizioni AIA) e la gestione dei reflui, commessi tra il 2011 e il 2014.