Ricorderete tutti questa foto. Fece il giro del web e fece indignare tutti, oggi grazie alle indagini sono stati scovati i colpevoli.
Stamattina è stato sequestrato un allevamento con oltre 670 bovini a Capua.
Fondamentale l’intervento in volo dell’elicottero del settimo Nucleo Carabinieri di Pontecagnano, a cui va il mio ringraziamento, il quale, dall’alto è riuscito ad individuare un deposito sul suolo nudo di enormi cumuli di letale proprio lungo la sponda del canale Agnena per una lunghezza di circa 250 metri ed una larghezza di 6 metri.
La gestione dell’azienda sarà affidata ad un amministratore nominato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, il quale dovrà garantire l’osservanza delle norme in tema di gestione dei liquami prodotti dalle bufale.
Ringrazio i Carabinieri della Forestale e la Guardia Costiera di Castelvolturno per il sequestro svolto stamane, l’intervento di oggi è una risposta chiara e netta a chi inquina il nostro territorio.
Secondo quanto riportato dal comunicato giunto in redazione, si tratta di un’azienda zootecnica ubicata nel territorio di Capua, sequestrata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria C.V., diretta da Maria Antonietta Troncone. L’azienda ha un allevamento bufalino di oltre 670 capi riconducibile a A.Z. di San Cipriano d’Aversa e G.Z. di Caserta, rispettivamente padre (proprietario dell’allevamento) e figlio (gestore di fatto).
A capo dell’azienda, dopo il sequestro preventivo, è stato nominato un amministratore giudiziario, individuato e nominato dalla Procura, che dovrà garantire l’osservanza delle norme in tema di gestione dei liquami prodotti dai capi bufalini, fino al corretto adempimento delle prescrizioni previste dalla legge.La scoperta che i liquami finivano nel Canale Agnena e poi in mare, è avvenuta durante un sorvolo con l’elicottero del 7° Nucleo Carabinieri di Pontecagnano (SA).
“Dall’alto è stato possibile individuare un deposito sul suolo nudo di enormi cumuli di letame – scrive in una nota la procura di Santa Maria Capua Vetere – proprio lungo la sponda del canale Agnena, per una lunghezza di circa 250 metri ed una larghezza di 6 metri. Il successivo accertamento in sito, oltre a consentire di dettagliare quanto già visionato durante il sorvolo, ha permesso di documentare che i liquidi di sgrondo dei letami tracimava dai cumuli all’interno dell’adiacente Canale Agnena, nonché ha fatto disvelare la presenza di un lagone interrato completamente abusivo colmo di liquami dislocato nello stesso allevamento.”
L’accertamento ha permesso di scoprire una gestione totalmente illegale dei reflui zootecnici che è risultata essere sistematica e protratta nel tempo. Infatti anche il registro delle utilizzazioni agronomiche dei reflui è risultato fermo al giugno 2018. I titolari dell’azienda ora dovranno rispondere del reato di inquinamento ambientale.
Mare nero sul Litorale Domizio, presi i responsabili dell’inquinamento del Canale Agnena. Stamattina è stato sequestrato un allevamento bufalino a Capua. Operazione condotta dai Carabinieri della Forestale e dalla Guardia Costiera di Castel Volturno. Oltre 670 bovini sono riconducibili a A.Z. di San Cipriano d’Aversa e G.Z. da Caserta, rispettivamente padre proprietario e figlio gestore.
Le attività investigative finalizzate ad individuare e contrastare le fonti dell’inquinamento del Canale Agnena. Tratto d’acqua che si riverbera nel mare Tirreno attraverso la foce dislocata proprio a ridosso dei confini dei comuni di Castel Volturno e Mondragone. Area interessata da un’evidente manifestazione di inquinamento proprio nei primi giorni dello scorso di mese di maggio.
Dopo il grave episodio la Procura dispose l’effettuazione di mirati accertamenti sul territorio, sia mediante ispezioni che con sorvoli, con riferimento alle attività produttive, stoccaggi di rifiuti presenti sul territorio del bacino idrografico del Canale Agnena. Tutto ciò al fine di individuare le possibili fonti dell’inquinamento.
L’attività ricognitiva iniziò dalla foce del Canale Agnena, insieme all’ARPAC, e interessò l’intero corso d’acqua artificiale. Il tratto lungo circa 30 chilometri fino al punto in cui esso ha origine nel comune di Vitulazio. Proprio durante il volo dell’elicottero del settimo Nucleo Carabinieri di Pontecagnano individuarono anche l’azienda zootecnica.
Infatti dall’alto individuarono un deposito sul suolo nudo di enormi cumuli di letame proprio lungo la sponda del canale Agnena per una lunghezza di circa 250 metri ed una larghezza di 6 metri.
Il successivo accertamento permise di documentare che i liquidi dei letami tracimarono all’interno dell’adiacente Canale Agnena. Svelata inoltre la presenza di un lagone interrato completamente abusivo pieno di liquami dislocato nello stesso allevamento.
L’accertamento permise quindi di riscontrare una gestione totalmente illegale dei reflui zootecnici derivanti dell’attività di allevamento delle bufale. Attività risultata essere sistematica e protratta nel tempo, infatti, il registro delle utilizzazioni agronomiche dei reflui è risultato fermo al giugno 2018.
Come da orientamento giurisprudenziale consolidato della Suprema Corte, sussiste l’alta possibilità di causare una compromissione o un deterioramento, significativi e misurabili, dei beni tutelati, in considerazione della natura e della durata nel tempo degli scarichi abusivi.
In tal senso depongono l’ubicazione e l’enorme quantitativo di reflui zootecnici che testimoniano il danno in atto per le matrici ambientali suolo ed acqua, con pericolo, in caso di permanenza sul suolo per lungo tempo, anche per il sottosuolo e la eventuale falda sottostante.
L’inquinamento dell’Canale Agnena è causa di eutrofizzazione e riduzione di tenore di ossigeno nell’acqua. Inoltre si deve aggiungere l’eventuale rischio igienico-sanitario associato al possibile incremento di nitrati e di microorganismi patogeni qualora le acque siano destinate ad usi potabili.
Il titolare dell’azienda zootecnica e suo figlio indagati, in concorso tra loro, per il reato di inquinamento ambientale con condotta reiterata e perdurante. Accusati della compromissione ed un deterioramento significativo e misurabile della porzione estesa del suolo. Nonché delle acque del Canale Agnena all’altezza del comune di Castel Volturno.
Sequestrata l’azienda bufalina agli indagati, infatti, sarà gestita da un amministratore giudiziario nominato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il nuovo gestore dovrà garantire l’osservanza delle norme in tema di gestione dei liquami prodotti dalle bufale, fino al corretto adempimento delle prescrizioni previste dalla legge.
Il materiale di un’azienda bufalina, dopo un viaggio di alcuni chilometri, finiva nel mare di Castel Volturno. Il titolare e il gestore dell’azienda, rispettivamente padre e figlio, risultano indagati per il reato di inquinamento ambientale
Il letame di un’azienda bufalina di Capua (nel Casertano) finiva nel canale Agnena e, dopo un viaggio di alcuni chilometri, nel mare di Castel Volturno (in provincia di Caserta). Un allevamento con 670 capi è stato sequestrato dai carabinieri forestali e dal personale della Guardia Costiera di Castel Volturno nell’ambito di un’indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere (nella provincia casertana). Il titolare e il gestore dell’azienda, rispettivamente padre e figlio, risultano indagati per il reato di inquinamento ambientale.
L’indagine è partita dopo una macchia nera apparsa in mare, a Castel Volturno, proprio nei pressi della foce del canale all’inizio maggio, quando era terminato il lockdown e molte aziende avevano ripreso ad operare.
È stato un elicottero del settimo Nucleo Carabinieri di Pontecagnano (in provincia di Salerno) a notare i cumuli di letami dell’azienda ammassati nei pressi dell’Agnena, e un laghetto ricolmo di liquami nelle vicinanze. Il mezzo ha sorvolato l’azienda percorrendo a ritroso, dal mare verso l’entroterra, il corso dell’Agnena. Lo ha fatto su delega della Procura guidata da Maria Antonietta Troncone, che stava appunto indagando sulla chiazza scura che aveva suscitato molto clamore.
Dalle indagini, cui ha partecipato anche il personale dell’Arpac, è emersa una gestione illecita dei rifiuti da parte dei responsabili dell’allevamento, con il registro delle utilizzazioni agronomiche dei reflui, fermo al giugno 2018.
https://tg24.sky.it/napoli/2020/06/29/letame-canale-agnena-sequestro-allevamento-caserta