Sono le 5.31 della mattina quando sul profilo Twitter del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, compare il post atteso da giorni: “Deal!”, accordo.
All’alba del quinto giorno, i capi di Stato e di Governo dell’Ue hanno raggiunto un accordo sul Recovery Fund, al termine del vertice più lungo della storia, durato 92 ore, che ha battuto il record di quello di Nizza 2000.
“Sono le sei del mattino, siamo all’alba di un vertice lunghissimo, forse abbiamo stabilito il record e superato per durata il vertice di Nizza. Siamo soddisfatti, abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo”, ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
I termini dell’accordo sono quelli circolati nella nottata, partendo dall’ultima proposta di Michel. L’Italia, come anche nell’iniziale proposta della Commissione, è il Paese che più beneficia degli stanziamenti di Next Generation Eu, ottenendo il 28% del totale: 208,8 miliardi.
Si tratta di ben 36 miliardi in più rispetto alla proposta originaria della Commissione che per Roma aveva previsto uno stanziamento da 173 miliardi. In totale, il piano da 750 miliardi ne prevede 390 a fondo perduto, con il bilancio settennale dell’Ue fissato a 1.074 miliardi.
“Abbiamo anche migliorato l’intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della Commissione Ue e della presidente von der Leyen”, ha infatti precisato Conte. “Il governo italiano è forte. La verità è che l’approvazione di questo piano rafforza l’azione del governo italiano”