Questo è un Paese strano, un Paese in cui quando si parla di “spending review” e si pensa a tagliare il Corpo forestale dello Stato, si parla di #delittiambientali e il ministro dell’Ambiente non li vede come priorità, è un Paese strano quando un ministro della Salute dice che si muore sulla Terra dei Fuochi per gli stili di vita, è un Paese strano quello che ancora oggi (come diceva poc’anzi Ramacci), dopo 20 anni di disastri, non ha ancora i #reatiambientali nel codice penale. Ma è anche un Paese che dà la possibilità ad una persona come me, che ha 34 anni, e si ritrova ad essere relatore della proposta di legge per le modifiche al codice penale per l’introduzione dei #delitticontrolambiente. Io provengo dalla Terra dei Fuochi, ed ho visto troppe persone morire per inquinamento ambientale. Ed allora capite quale sia la difficoltà titanica nell’incontrare ogni giorno quelle istituzioni, che in un certo senso dovrebbero tutelare i cittadini e te li ritrovi di fronte come fossero nemici ed invece dovrebbero essere i primi a combattere quei delitti.

I delitti contro l’ambiente nasce proprio da quella esigenza, dal dire: “chi inquina paga”, la cosa più semplice del mondo. Purtroppo, chi ha inquinato la mia e la vostra terra perchè quando parlo di “Terra dei Fuochi” io non parlo della mia terra ma parlo della vostra terra, perchè è di tutti. Sentire che quella Terra è circoscritta al territorio fra Napoli e Caserta è come dire : “il problema non è mio”. Quindi significa relegare a qualcun altro che possa risolvere quel problema. Quel problema lo abbiamo portato all’interno delle istituzioni con forza, prima già c’era, qualcuno già ne accennava nelle passate Bicamerali di inchiesta sule ecomafie, ma, adesso se ne parla con forza perchè il problema è diventato di portata nazionale. Oggi pomeriggio ci sarà una grande manifestazione di persone che tutti i giorni non riescono a dormire, tutti i giorni sentono la “puzza” dei rifiuti dati alle fiamme nelle loro campagne. A queste persone va il mio applauso perchè quelle persone resistono e siamo tutti noi, ogni giorno, su quelle terre. Ed allora è ancora più difficile ogni giorno resistere al pensiero di andare via, al pensiero che siamo nel posto sbagliato. Io ricordo sempre che quella è la “Campania Felix” per me è il posto più bello al mondo.

Tornando sui delitti contro l’ambiente voglio dire che abbiamo incontrato difficoltà perchè non c’era un vero impianto strutturale sull’ambiente, è stato come se si parlasse di qualcosa di totalente lontano dal codice penale. Nelle molte audizioni tenutesi in Commissione Giustizia nella fase dell’indagine conoscitiva parallela all’iter della proposta di legge ci sono stati diversi giudizi sul fatto che il codice Rocco è vecchissimo, funziona ma andrebbe rinnovato, anche su questo. Introdurre la fattispecie di “disastro ambientale” “l’inquinamento ambientale”, introdurre 15 anni di pena credo che dovrebbe essere non “normale” ma proprio un segno di democrazia, come più volte Legambiente ha ricordato. Un segno di democrazia che significa tutelare le prossime generazioni, quelle aziende sane, che hanno la concorrenza di chi smaltisce a nero e quindi, in un certo senso, non paga lo Stato nello smaltire i propri rifiuti. E, quindi, quando Confindustria dice che queste modifiche al codice penale è un altro impedimento alla produzione, viene ancora più forte dire che siamo in un Paese strano.

Mi spiace che Confindustria oggi non abbia rappresentanti qui. La scorsa volta con Stefano Ciafani di Legambiente li abbiamo incontrati a Caserta e sembravano quasi entusiasti, però, poi oggi sarebbero dovuti intervenire e non si sono presentati. Un altro ostacolo a questa legge che, sta diventando veramente una impresa titanica perchè ogni giorno bisogna parlare con le associazioni e fargli capire quali sono gli estremi fra chi vorrebbe una purezza, limpida e cristallina sui diritti contro l’ambiente e chi, in un certo senso, invece deve tutelare le produzioni spesso fatte a nero. Quindi il connubio fra questi è una discussione infinita.

La proposta di legge sui “delitti contro l’ambiente” è stata approvata nel febbraio scorso e sembra che quasi tutti vogliano addormentarla. Ringrazio questi momenti che aiutano a riaccendere forte la discussione sui delitti contro l’ambiente.

Vedere ogni giorno la propria terra che brucia fa male, fa molto male, ma fa male, fa ancora più male vedere quelle persone che dovrebbero tutelarti ed invece si voltano dall’altra  parte, noi questo non lo faremo mai. Grazie.

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#contromafie2014 #legambiente #Libera #DelittiControAmbiente

Intervento tenuto sul tema:

L’ambiente violato, ecomafie e non solo” (25 ottobre 2014)

a Contromafie 2014 promosso a Roma da Libera di don Luigi Ciotti e Legambiente


Dalle 9:30 alle 17:30, Corpo Forestale Via Giosuè Carducci, 5

Il seminario si è articolato in due momenti: nella mattinata, si è provato a capire qual è, oggi, il vero volto della criminalità ambientale, compresa la sua variante ecomafiosa, tentando allo stesso tempo di offrire nuovi strumenti di comprensione e di lotta, agitando il sempre caldo fronte normativo.

Nel pomeriggio, invece, abbiamo tenuto un focus sulla Terra dei fuochi, il caso più eclatante e drammatico di ecomafia consumatosi sul nostro territorio. L’obiettivo è di mettere in rete le conoscenze e le buone pratiche acquisite, arricchirle di nuove riflessioni e argomentazioni, per rilanciare l’attività e l’impegno concreto sul campo delle attività di contrasto e prevenzione.

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