Carmine Schiavone, collaboratore di giustizia ed ex boss dei “Casalesi” spiega, in un’intervista in esclusiva per Skytg24, i rapporti del clan con le forze dell’ordine, la corruzione, il business del traffico dei rifiuti industriali e il motivo per il quale ha deciso di passare dall’altra parte:
“Nel traffico dei veleni erano coinvolte ditte di Santa Croce sull’Arno, Milano, Verona, e aziende austriache. Che trasportavano carichi non solo a Casale ma anche a Castel Volturno, Santa Maria La Fossa, Grazzanise…”.
“I rifiuti erano scaricati da camion e gettati nei campi e nelle cave di sabbia… Rifiuti chimici, termonucleari, industriali e farmaceutico-ospedalieri… Negli anni le cassette di piombo si saranno aperte, ecco perché la gente sta morendo di cancro. Stanno morendo 5 milioni di persone…”.
“Mi sono ravveduto quando ho visto che avvelenavamo la terra. E che si uccidevano i bambini prima che nascessero”.
«Mantenevamo caserme, carabinieri e Guardia di finanza»
“Business che valevano centinaia di miliardi”.
“Pagavo 2 miliardi e mezzo di benzina al mese, 500 milioni al mese andavano per la corruzione. Mantenevamo caserme, carabinieri e Guardia di finanza. Un totale di 3 miliardi al mese di spese”.
Schiavone ha parlato anche dei rapporti con le forze dell’ordine ammettendo che qualche commissariato “quello di Aversa, per esempio” gli passava le veline con le operazioni in corso.
L’ex Boss sostiene, inoltre, che “la camorra non sarà mai distrutta perché ci sono troppo interessi, sia a livello economico sia a livello elettorale. L’organizzazione mafiosa non morirà mai”.
“Spostavamo 70-80 mila voti… cioè la differenza tra un partito e l’altro”.
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