Il manifesto funebre contro l’inceneritore:
«È morta Giugliano in Campania»
Centinaia di necrologi affissi in nottata in tutta la città
Un manifesto funebre. Ma stavolta il defunto non è una persona, bensì l’intera città di Giugliano. È stato questo il simbolo della protesta tenutasi da comitati e associazioni cittadine davanti al Comune, per gridare un secco no all’inceneritore di Giugliano. L’impianto, che dovrà essere costruito nell’area dell’ex Enel e servirà a smaltire le eco balle depositate a Taverna del Re, non s’ha da fare. È questo il loro diktat.
MANIFESTO FUNEBRE – Circa un centinaio i manifestanti che, oltre a spiegare i motivi del dissenso, hanno tappezzato la città dei manifesti funebri dove si legge: “A breve verrà costruito un inceneritore sul territorio giuglianese, il quale causerà un drastico aumento della mortalità. Si continua a lucrare sulla vita dei cittadini – si legge – e non tutelare la loro salute, come se 46 discariche tra legali e non e i continui roghi tossici causati dalla combustione di rifiuti industriali accumulati illegalmente, non bastassero ad alienare il diritto primario di ogni essere umano: respirare”.
IL BANDO – Il bando di gara per la costruzione dell’impianto di incenerimento dovrebbe essere pubblicato nelle prossime ore. E per questo si intensificano anche le attività dei comitati, che hanno chiesto un repentino incontro con i commissari straordinari che amministrano la città dallo scorso aprile, a seguito del provvedimento di scioglimento del Comune per infiltrazioni camorristiche.
L’IMPIANTO – L’avvio della gara sarebbe previsto per il 12 ottobre. L’impianto dovrebbe bruciare all’incirca 400 mila tonnellate l’anno. Per distruggere quindi i 6 milioni di Taverna del Re serviranno almeno quindici anni. Dovrebbe essere un project financing la soluzione adottata per la costruzione, e la ditta pare potrebbe usufruire per i primi otto anni del Cip 6 – prezzi incentivati per l’energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili. In seguito il guadagno deriverebbe dalla sola vendita dell’energia.
ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI – «La legge 87/2007 – dice Lucia de Cicco dell’associazione L’ECO della fascia costiera – vieta la costruzione di nuovi impianti definitivi di smaltimento rifiuti. È risaputo il disastro ambientale di questa zona. Come si può pensare di costruire un inceneritore in terra di camorra? Ci hanno avvelenato il presente, ora vogliono incenerirci il futuro». Presente anche il deputato Salvatore Micillo del M5S, firmatario di un’interrogazione parlamentare ai ministri della Salute e dell’Ambiente che dichiara: «Abbiamo presentato al Comune, alla Provincia e alla Regione i piani alternativi all’inceneritore (raccolta differenziata, siti di compostaggio), ma non sono stati presi in considerazione. Quei 360 campi di calcio ricoperti da eco balle dovranno essere inceneriti, ma i loro residui non andranno solo nell’aria, creeranno rifiuti tossici che finiranno poi in discarica. Questo territorio ha già subito venti anni di scellerata politica. L’inceneritore sarebbe l’ultimo tassello».
«APPLICARE LA LEGGE» – «Giugliano e il sito industriale dismesso sono indicati nella legge dello Stato, non da me o dalla Regione». È questa la spiegazione che ha dato nei giorni scorsi l’assessore Giovanni Romano. «Non possiamo fare altro che applicare la legge» ha dichiarato. Attimi concitati al termine del sit in quando i carabinieri hanno impedito l’ingresso dei manifestanti nel palazzo comunale.
Maria Rosaria Ferrara
12 agosto 2013 (modifica il 13 agosto 2013)
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