GIUGLIANO – Erano un centinaio di persone al sito archeologico di Liternum. Ma la mobilitazione di Giugliano contro l’inceneritore, annunciato dalla Regione è appena cominciata. “Ci opporremo in tutte le sedi, con la piazza e con i ricorsi legali” promette Lucia De Cicco, la pasionaria dei comitati di Taverna del Re, che anni fa tentò di darsi fuoco davanti all’ecomostro da 6 milioni di ecoballe. “Quelle balle – dice – non si possono bruciare, contengono “tal quale”, lo sanno tutti. Questa è terra di camorra, il comune è appena stato sciolto per infiltrazioni, e la legge 87 del 2007 vieta impianti di smaltimento senza una bonifica”. A Giugliano rullano i tamburi dei giorni di battaglia più antichi. I comitati chiedono una commissione indipendente, formata da scienziati internazionali, che esamini il tabù inceneritori. Chiamano in causa il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, che “si era impegnato a far cambiare il Piano rifiuti regionale”. Ricordano che le presunte ecoballe sono state sotto sequestro, finite al centro del processo per la vecchia emergenza rifiuti. Tra le proteste, sfilano anche quelli di Sel e del Movimento 5 stelle, che ha appena presentato una interrogazione ai ministri della Salute e dell’Ambiente, per dire no all’inceneritore a Giugliano. “Sono 72 firme di parlamentari – spiega il primo firmatario, Salvatore Micillo – per chiedere su quali presupposti si vuole portare avanti una simile, scellerata proposta, in conflitto con i programmi di biodiversità emanati dall’Unione europea e con la letteratura medico-scientifica che ha prodotto numerosi studi in materia”. Giugliano brucia ancora di rabbia, e sventola l’agenda di lotta: lunedì mattina presidio davanti al comune, martedì sera manifestazione alla villa comunale di Qualiano. (gianmaria roberti)
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