Leggendo le notizie pubblicate su alcuni organi di stampa locali a proposito dell’audizione sull’inceneritore di Giugliano che si è tenuta questa mattina presso la Commissione consiliare speciale 3 per il controllo sulle bonifiche ambientali e sui siti di smaltimento rifiuti e ecomafie e riutilizzo dei beni confiscati, ho avuto modo di constatare che le dichiarazioni rilasciate dai sindaci che hanno preso parte all’incontro con il Presidente Antonio Amato confermano quanto riportato nella recente interpellanza da me presentata al Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, nel passaggio in cui sono stati richiesti gli atti in cui si certifica che le procedure previste dal quadro legislativo di riferimento circa l’iter da realizzare a monte dell’emenazione del bando per la costruzione dell’inceneritore sono state effettivamente espletate.
A tale proposito, infatti, le dichiarazioni rilasciate dai sindaci, Venanzio Carpentieri, Giovanni Porcelli e Ludovico De Luca, rispettivamente di Melito, Mugnano e Qualiano e il membro della terna commissariale staordinaria di Giugliano, Luigi Colucci, nelle quali viene rivendicato il loro mancato coinvolgimento, peraltro previsto dalla legge (Legge 26/2010 art. 10 comma 6 bis “Al fine di assicurare la compiuta ed urgente attuazione di quanto disposto dall’articolo 8, comma 1-bis, del decreto-legge n. 90 del 2008, l’impianto di recupero e smaltimento dei rifiuti è realizzato, acquisita l’intesa rispettivamente con la provincia di Napoli o con la provincia di Caserta e sentiti i comuni interessati, presso un’area individuata nei territori dei comuni di Giugliano o Villa Literno, ovvero trascorsi inutilmente centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto individuata nel medesimo ambito territoriale dal Presidente della regione Campania”) su una scelta, quella del bando, che li avrebbe dovuti vedere partecipi durante le fasi che hanno preceduto l’emenazione del bando.
Fasi nelle quali, stando alla netta contrarietà all’inceneritore espressa in sede di audizione, avrebbero potuto ribadire, così come dichiarato in audizione appunto, e così come fatto dal sottoscritto nel corso della discussione avvenuta in aula a Montecitorio lo scorso 13 settembre, la necessità di congelare il bando e di procedere alla nomina di un comitato tecnico-scientifico cui affidare il compito di analizzare il contenuto delle balle e indicare una o più soluzioni alternative all’incenerimento, che risulti idonea sia sotto il profilo economico, ma soprattutto sotto quello della tutela di un territorio fin troppo devastato dalla sconsiderata aggressione di criminalità e malapolitica.
Considerando che anche il presidente Amato ha espreso la volontà di convocare per la prossima settimana un tavolo sul tema coinvolgendo anche l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano e il commissario Carotenuto, mi corre l’obbligo di rilanciare l’invito al Ministro Orlando a provvedere affinchè il bando per la costruzione dell’incenritore venga bloccato per valutare insieme le strade alternative alla risoluzione della problematica relativa alle balle.