Al di là del malumore suscitato tra la gente che da tempo sta battagliando per il riscatto della cosiddetta “Terra dei fuochi”, le dichiarazioni del senatore della Lega Nord, Paolo Arrigoni, seguite a meno di ventiquattro ore dal ministro per le politiche agricole, Nunzia De Girolamo, sono la lampante dimostrazione di quanto il fenomeno della devastazione ambientale dei territori compresi tra le province di Napoli e Caserta sia ancora ignoto a certi esponenti del Parlamento e di Governo.
Quando il senatore Arrigoni parla di mancanza di cultura nella gestione dei rifiuti solidi urbani, infatti, dimentica che il problema dell’avvelenamento di gran parte dei suoli e delle falde del territorio campano è solo in minima parte collegato alla gestione degli rsu, e nello specifico alla collaudata tecnica del giro di bolla con la quale in passato con gli rsu è stato coperto il traffico di rifiuti industriali dalle aziende del nord verso le discariche campane. Traffico che, quale che sia l’opinione del senatore Arrigoni circa le prove di questo fenomeno, è ampiamente documentato in famose inchieste giudiziarie come Re Mida, Cassiopea e tante altre.
In merito alla gestione degli rsu poi potremmo elencare i diversi comuni campani, anche della terra dei fuochi, che in questi anni hanno dimostrato ampiamente che con semplicissimi strumenti come il porta a porta e le isole ecologiche sanno fare perfettamente la raccolta differenziata e creare realtà virtuose. Ma non è questo il punto che la visita della commissione ambiente del Senato voleva analizzare e sul quale il senatore Arrigoni è andato decisamente per margherite.
Quanto alle parole del ministro De Girolamo riportate sul Mattino di oggi in merito all’impegno per le strategie da mettere in campo contro l’emergenza ambientale, quando il ministro manifesta la vicinanza “alla gente che lotta contro la criminalità e che non deve essere assolutamente lasciata sola”, il ministro dimostra per l’ennesima volta di non aver compreso l’entità di un problema nel quale la criminalità occupa solo una parte, peraltro minoritaria se rapportata alle gravissime responsabilità che politica, imprenditoria e istituzioni hanno avuto in questo macabro business costruito sulla pelle dei cittadini. Siamo tutti vicini ai cittadini impegnati nella lotta all’illegalità ma ,anche stavolta, non è questo il punto.
Il punto è, invece, stando a queste dichiarazioni, se questo governo e con esso gran parte del Parlamento ha realmente compreso la drammaticità della condizione della Terra dei fuochi. Se hanno capito che in questo territorio la gente vive ormai nel terrore che un colpo di tosse sia il segnale, sempre più spesso confermato, della presenza di un tumore. Se hanno capito che non è più tempo di aggiungere l’ennesima indagine per provare chissà cosa, visto che le prove del disastro, e si veda il rapporto Balestri a tale proposito, sono ormai sotto gli occhi di tutti. Se hanno capito che è finito il tempo del girare attorno al problema come tecnica per seppellirlo insieme ai milioni di tonnellate di veleni interrate negli anni.
Bene, se lo hanno capito, che agiscano e in fretta, perché se non lo hanno capito allora è vero l’emergenza ambientale della Terra dei fuochi è proprio una questione culturale.