La settimana appena conclusa ha visto la discussione e la votazione in Aula della mozione del Movimento Cinque Stelle, a prima firma Luigi Di Maio, sulla “Terra dei Fuochi”.
Pubblicato il 19 luglio scorso l’Atto, cofirmato dall’intero gruppo parlamentare, è stato calendarizzato il 4 novembre per la discussione ed il 5 novembre per le votazioni. Ripubblicato nella sua nuova formulazione il 5 novembre con i contributi anche di altri esponenti interni al gruppo parlamentare come si addice allo stile “partecipativo” del M5S.
L’illustrazione è stata affidata a Vega Colonnese che ha avuto parole forti e passionali per difendere il territorio: “Era il 1997, io avevo diciotto anni, ero lì e mi dovevo iscrivere all’università, dovevo pensare alla vita, dovevo pensare che c’era giustizia. Un po’ più grande ho assistito al processo Romiti, non poteva essere reso pubblico. Io vedevo e scrivevo le relazioni che venivano dette lì. Ho assistito al giorno in cui Bertolaso si era avvalso della facoltà di non rispondere, quando aveva devastato la regione da cui vengo” e per chiudere “non voglio più sentire i vecchi nomi della politica. Bassolino, De Luca, Luigi Cesaro – che adesso me lo trovo come collega – non li voglio più sentire. Non voglio più avere il mio nome accanto al loro. I campani hanno bisogno di una dignità. Noi siamo italiani, siamo quelli che sono stati sfruttati fintamente da ingenui imprenditori del nord, siamo quelli a cui è stato negato il diritto di sapere come e perché i reati sono stati prescritti all’Impregilo, a Bassolino, a Romiti e a tutte le persone che erano lì, in quell’aula bunker di Poggioreale”.
Gli interventi parlamentari a seguire sono stati di Salvatore Micillo, componente della Commissione Giustizia, nonché primo firmatario di una proposta di legge per l’inasprimento delle pene per i reati ambientali, e di Carla Ruocco, vice presidente Commissione Finanze.
Micillo ha detto che “Lo sforzo che la terra dei fuochi e tutta la Campania oggi ci chiede è quello di fronteggiare il deragliamento totale di un’economia che non può vedere compromessa la parte sana di una produzione agricola di eccellenza a causa di quella minata dal forte effetto dell’inquinamento, come un noto programma tv ha portato alla ribalta di recente. Da qui, la grande svolta di avviare sin da subito il monitoraggio dei flussi di rifiuti industriali verso la Campania attraverso l’attivazione del SISTRI, di predisporre misure necessarie ad arginare realmente il fenomeno degli sversamenti dei roghi che ogni giorno appestano l’aria, di effettuare un monitoraggio di tutto il territorio, individuando i suoli non idonei alla produzione del cibo, di realizzare la tutela e la messa in sicurezza dei terreni che in questo marasma riescono ancora a godere di buona salute, di mettere a punto forme di aiuto economico per chi dovesse essere costretto a non produrre più sui propri campi, di recuperare i suoli inquinati e le falde con ogni tecnica che la scienza già oggi mette a disposizione in termini di bonifica, spingere affinché si possano utilizzare i fondi confiscati alla camorra, restituendo in questo modo il maltolto al territorio e, fare in modo che quel lembo di terra compresa tra il vulcano di Roccamonfina, il Vesuvio e i Campi flegrei che, nonostante tutto resta la più fertile area del pianeta, ritorni ad essere la Campania felix”.
“Con fierezza – ha aggiunto Carla Ruocco – posso dire di sedere oggi accanto a Salvatore, Vega, Luigi, Roberto, Laura e tantissimi altri. Questi sono i miei colleghi e la gente di cui vado fiera: persone con le quali ho avuto la possibilità di combattere, vivere e condividere infaticabilmente interminabili battaglie e grazie alle quali ho potuto inizialmente sperare e poi concretamente credere in un riscatto. Ci sono stati chiusi i cancelli in faccia. Sì, c’eravamo noi lì dietro. Sono stati creati ad arte impenetrabili siti militari, a noi preclusi. Siamo stati presi a manganellate per la sola colpa di voler sapere cosa stesse accadendo accanto a noi. Ho visto gli occhi solidali delle forze dell’ordine, di cui i politici si sono fatti vigliaccamente scudo, costrette ad allontanarci ingiustamente dalla verità. Ho visto con i miei occhi l’impotenza e la mortificazione di un popolo degno e pulito”.
Le dichiarazioni di voto finale sono state affidate a Roberto Fico ed al primo firmatario della mozione, Luigi Di Maio. Per il presidente della commissione di vigilanza Rai: “Appena hanno saputo, appena hanno capito cosa stava accadendo, i cittadini campani si sono mobilitati, hanno lottato per i propri diritti, hanno fatto rete. Hanno voluto e vogliono cambiare le cose, non arrendendosi al disastro consumatosi davanti ai loro occhi e sfidando, inascoltati, i blocchi di potere. L’aver saputo, l’aver preso coscienza di doversi spendere per salvare quella che con orgoglio definiamo ancora la «Campania felix», ha cambiato la vita di molti. Ha cambiato la vita di Marco, Pino, Fabiana, Vega, Salvatore, Livia, Carlos, Francesca, Stefania, Luigi, Doriana, Vilma, Francesco, Mariano, Ettore, Angela e tantissimi altri. Alcuni di loro li vedete oggi qui seduti in Parlamento, in questa Aula, gli altri continuano a lottare nella nostra terra. Io, come i miei colleghi, siamo in Parlamento per rappresentare tutti loro e per portare avanti una battaglia nata in riunioni, manifestazioni, istanze avanzate sul territorio, che oggi approdano sul gradino più alto delle istituzioni di questo Paese.”.
“Sono passati 20 anni – le conclusioni di Di Maio – da quando è iniziato il commissariato ai rifiuti in Regione Campania, il porcellino salvadanaio dei partiti di prima e seconda Repubblica, l’albero della cuccagna degli ultimi 20 anni, l’isola felice per serbatoi di voti e tessere fantasma. Sono passati sedici anni dal 1997, quando un pentito di camorra venne qui in Parlamento a dire in quali zone della Campania aveva sotterrato i rifiuti tossici di mezza Europa, spiegandovi pure quanti voti spostava e quali sindaci vi ha fatto eleggere, in quali comuni e in quali anni, quando, insieme ai rifiuti, avete preferito lasciare sotterrata anche la verità.” Ed ancora “Oggi è il 5 novembre del 2013, sono passati solo cento giorni dall’ultima volta che un Ministro di questa Repubblica è venuto in Campania a prenderci in giro, dicendoci che il 40 per cento in più di patologie tumorali è dovuto ai cattivi stili di vita ! Troppe patatine fritte, evidentemente”, “Una regione dove maggioranza e opposizione non esistevano, dove da cittadino ho sempre visto i partiti come la stessa cosa, dove «uniti nella monnezza» è stato il motto per interi lustri. Una regione in cui le tessere dei partiti valevano un posto nella nettezza urbana”.
Non era presente il ministro Orlando ma Marco Flavio Cirillo, sottosegretario all’ambiente e tutela del territorio e del mare, che ha riferito dei pareri del Governo sui punti contenuti nella mozione.
La mozione è stata votata “per parti” nel senso che alcuni punti sono passati altri sono stati respinti.
Le richieste accolte della mozione sono state: ok a tutte le forme di controllo incisivo del territorio campano atte a far cessare il criminale e illecito sversamento di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa, la promozione di una massiccia campagna di indagini epidemiologiche di approfondimento, finalizzate a fare luce sull’impatto delle contaminazioni sulla salute delle popolazioni residenti, sollecitare la Regione Campania affinché si doti del cosiddetto Registro tumori regionale quale strumento imprescindibile per definire in maniera chiara e ufficiale il grave stato di salute del territorio, assumere iniziative normative per consentire ai comuni interessati l’allentamento del patto di stabilità, indispensabile con riferimento esclusivamente ai capitoli relativo alla realizzazione di tali interventi in ambito ambientale (monitoraggio, rimozione rifiuti abbandonati e loro corretto smaltimento), rendere operativo un tavolo interministeriale, aperto ai contributi delle associazioni e dei comitati di cittadini, per assicurare – in tempi rapidi e certi – il varo delle attività di bonifica.
Il Governo ha respinto di: ripristinare la classificazione da SIN (sito di interesse nazionale) a SIR (sito di interesse regionale) del litorale domizio – flegreo e agro aversano, Pianura, bacino idrografico del fiume Sarno e aree del litorale vesuviano, il bloccare, in particolare, ogni tipo di sversamento illecito o di combustione dei rifiuti attraverso un importante piano di finanziamento della videosorveglianza (affidata ai comuni e alla polizia locale) e l’utilizzo dell’esercito, fare in modo che non si proceda alla realizzazione di qualunque ulteriore impianto impattante su quei territori (es.inceneritori), intraprendere gli improrogabili interventi di messa in sicurezza delle aree che possono essere recuperate e alla conseguente bonifica del territorio campano.
Il MoVimento 5 Stelle non si fermerà ai pareri contrari del Governo e continuerà a battersi, con Atti parlamentari ed ogni pacifica iniziativa, affinché vengano approvate anche le richieste respinte.
Il testo della mozione è visibile a questo link.
(fonte http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/campania/)