A scanso di equivoci, già lautamente dispensati sul Movimento Cinque Stelle dagli organi di stampa ed on line, smentiamo la notizia del tutto infondata, nel contenuto e nella forma, che circola da due giorni, circa un nostro presunto “regalo” da 100 milioni di euro alla lobby dei balnerari. Non è vero !
Il “pettegolezzo”, visto che, non è fondata l’informazione diffusa, diceva : “il Co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli ha scoperto un emendamento alla legge di Stabilità (1. 867) presentato dai deputati grillini Colletti, Agostinelli, Turco, Sarti, Bonafede, Ferraresi, Businarolo, Micillo, Castelli, Caso, Cariello, D’Incà, Currò, Brugnerotto, Sorial che “sospende il pagamento dei canoni per le concessioni demaniali marittime sino alla data del 30 settembre 2014, in attesa di una normativa “chiara e congrua”.
Troppo ghiotta era la “bufala” verde per non farci piombare sopra giornali e siti vari. Taluni hanno fatto pure dura resistenza nel rettificare la falsa informazione data ai lettori.
A Bonelli ed ai suoi Verdi sarebbe bastato verificare nel database della Camera per scoprire che all’emendamento del M5S nelle commissioni Giustizia e Bilancio al numero 1.867 corrispondono sì, è vero le nostre firme (Colletti, Agostinelli, Turco, Sarti, Bonafede, Ferraresi, Businarolo, Micillo, Castelli, Caso, Cariello, D’Incà, Currò, Brugnerotto, Sorial), ma per tutt’altra materia e non già economico-produttiva ma in tema di giustizia: cancellieri e ufficiali giudiziari, che qui riporto fedelmente:
“Dopo il comma 181, aggiungere ilseguente: 18-bis. Il Ministero della giustizia provvede nell’anno 2014, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste dalla normativa vigente, a indire un concorso pubblico per esami per l’assunzione di personale afferente le figure professionali di 350 cancellieri e di 150 ufficiali giudiziari per le posizioni economiche B3, C1 e C2. A tal fine è autorizzata la spesa di euro 500.000,00 per l’anno 2014 e di 27,25 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015. Conseguentemente, alla Tabella A, voce Ministero dell’economia e finanze, apportare le seguenti variazioni: 2014:–20.000; 2015:–28.000; 2016:–28.000. Conseguentemente alla Tabella A, voce Ministero degli Affari esteri, apportare le seguenti variazioni: 2014:–8.000.”
In collaborazione con i colleghi Cinque Stelle in commissione Attività Produttive è stata controdiffusa questa rettifica-smentita-precisazione alla “verdiana uscita”:
“Nessun condono, nessun favore, nessuno sconto. Sulle concessioni demaniali marittime i Verdi vanno fuori bersaglio e dimostrano perché sono ridotti a percentuali di consenso da prefisso telefonico. Sorte inevitabile per chi negli ultimi decenni ha occupato i palazzi della politica riempiendosi la bocca con spot e slogan senza mai tirarsi su le maniche per lavorare.
Il governo si prepara a stangare i soliti noti, qualche centinaio tra i concessionari, che vedranno aumentare i canoni anche del 300-400%. Mentre i furbi, come al solito, la faranno franca. Perché? Semplice: il settore non è monitorato a dovere e lo Stato non ha contezza di chi paga quanto. I dati dovrebbero convergere sul Sid (Servizio informativo demaniale) presso il ministero dei Trasporti. Ma oggi questo registro non è aggiornato ed è di difficile consultazione.
Le amministrazioni competenti sono inadempienti sul fronte dell’inserimento dati e, quindi, non è possibile fare alcuna politica perequativa sui canoni. Il settore comprende 30mila piccole imprese con 10mila addetti e non va criminalizzato. Tra l’altro pagano l’Iva al 22% invece che al 10% come tutte le altre imprese turistiche.
Mentre i Verdi continuano a chiacchierare, noi abbiamo chiesto nove mesi di tempo non per tergiversare, ma per fare. Non a caso abbiamo promosso nel frattempo un’indagine conoscitiva sul tema in Commissione Finanze, anche per chiarire quali sono gli organi coinvolti. E stiamo preparando un’interpellanza urgente ai ministeri competenti.
Nessuno vuole sanatorie o cementificazioni. Vogliamo scoperchiare un verminaio che testimonia l’inefficienza del nostro Stato e la connivenza dei partiti. Vogliamo entrare nel merito, riordinare la materia e arrivare, magari, a una legge quadro che metta ciascuno di fronte alle proprie responsabilità. Lo scopo è avere un sistema di canoni finalmente equo e progressivo, come impone l’articolo 53 della Costituzione”.