ho formulato in Commissione Ambiente alla Camera un quesito apposito rivolto al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Potete leggerlo qui di seguito
oppure a questo indirizzo link degli Atti Indirizzo e Controllo
Camera dei Deputati, giovedì 30 ottobre 2014:
MICILLO, BUSTO, DE ROSA, DAGA, MANNINO, TERZONI, SEGONI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
il decreto dirigenziale n. 1415 del 9 ottobre 2014 – Dipartimento 52 – dipartimento della salute e delle risorse naturali direzione generale 5 – direzione generale per l’ambiente e l’ecosistema U.O.D. 17 – UOD Autorizzazioni e rifiuti ambientali di Napoli, regolarmente pubblicato sul BURC, contiene una approvazione del progetto dell’ampliamento dell’impianto di trattamento del percolato da discarica ubicato in via Viaticale, località Masseria Riconta – (conosciuto anche come «Cava Riconta») –, nel comune di Villaricca. Si prevede inoltre che la realizzazione di tale impianto debba essere realizzata entro 18 mesi dalla autorizzazione e la conformità al progetto;
lo sversatoio di Cava Riconta, a Villaricca, chiuso ormai da diversi anni, è stato utilizzato nel 2007 per volontà di Guido Bertolaso, all’epoca commissario all’emergenza rifiuti in Campania;
l’impianto in oggetto è stato spesso sotto la luce dei riflettori per le continue irregolarità registrate nel corso degli anni quali l’esplosione di percolato che si è registrata nel 2007, in costanza di commissariamento statale, e che si è tradotta nella formazione di un Geyser dell’altezza di quasi 10 metri e la puzza nauseabonda che ogni giorno si sprigiona dall’invaso e che arriva fino al comune di Qualiano;
quando la struttura è stata costruita è stato assicurato ai cittadini che l’impianto sarebbe stato gestito a norma di legge, salvo scoprire, pochi mesi dopo la messa in funzione, che una ingente quantità di percolato invadeva (e invade tutt’ora) il bacino della cava; un angolo della discarica, ad oggi, accoglie ancora un lago colmo di percolato;
l’impianto attuale si presenta ancora privo di adeguata copertura dell’invaso della cava il quale è stato per tutti questi anni, ed è tuttora, a cielo aperto. Nelle condizioni in cui si trova attualmente l’impianto, anche una semplice pioggia accentua la produzione di percolato che fuoriesce dall’invaso. Infatti la produzione di percolato varia fortemente in funzione della meteorologia del luogo. La pioggia, in particolare, aumenta la volumetria del percolato. Un impianto per il trattamento del percolato deve essere dotato di una struttura idonea a coprire il materiale da trattare (tecnicamente si parla di «capping»), tali da impedire all’acqua di entrare a contatto con il rifiuto. In questo sito non sono stati mai realizzati gli interventi necessari a gestire a norma la lunga fase successiva agli sversamenti;
l’impianto che si vuole costruire appare in contrasto con il decreto-legge n. 61 del 2007, che vieta la costruzione di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti nell’area circostante la discarica di Cava Riconta, senza prima aver effettuato il piano di bonifica. Infatti il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61 recante «Interventi straordinari per superare l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l’esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti» convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 2007, n. 87 (in Gazzetta Ufficiale 7 luglio 2007, n. 156), al comma 1, dell’articolo 3 recante «Divieto di localizzazione di nuovi siti di smaltimento finale di rifiuti» prevede che «1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in assenza di interventi di riqualificazione o di opere di bonifica nel territorio dell’area «Flegrea» – ricompresa nei comuni di Giugliano in Campania, Villaricca, Qualiano e Quarto in provincia di Napoli, per il territorio contermine a quello della discarica «Masseria Riconta» – e nelle aree protette e nei siti di bonifica di interesse nazionale, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, non possono essere localizzati ulteriori siti di smaltimento finale di rifiuti;
oggetto di un siffatto provvedimento è un’area che avrebbe dovuto essere oggetto di una bonifica ad hoc, bonifica che non è mai stata eseguita –:
se il Ministro interrogato ritenga opportuno disporre l’intervento del comando carabinieri tutela ambiente (C.C.T.A.) dell’arma dei carabinieri ai sensi dell’articolo 195, comma 5 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 al fine di accertare l’esistenza o il grave rischio di danno ambientale per i motivi sopra esposti, se del caso, verificando ulteriormente se siano mai stati posti in essere interventi di messa in sicurezza o bonifica e ripristino ambientale nell’area Flegrea di cui al decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61 che rappresenta il presupposto ex lege per la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e trattamento dei rifiuti. (5-03905)
LA RISPOSTA DEL SOTTOSEGRETARIO ALL’AMBIENTE SILVIA VELO AL QUESITO
Il Comune di Villaricca (NA), area oggetto dell’interrogazione, ricade nell’ex sito di interesse nazionale “Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano”, individuato tale dall’art. 1, comma 4 della Legge n. 426/98 e perimetrato con D.M. 10 gennaio 2000, D.M. 8 marzo 2001 e D.M. 31 gennaio 2006. Il sito comprende nella sua perimetrazione, il territorio di 77 Comuni, tra cui quello di Villaricca.
A seguito dell’entrata in vigore del D.M. Ambiente n. 7 dell’11 gennaio 2013, concernente l’approvazione dell’elenco dei siti che, non rispettando i requisiti previsti ai commi 2 e 2-bis dell’articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006, non sono più ricompresi tra i siti di bonifica di interesse nazionale, la Regione Campania è subentrata al Ministero dell’Ambiente nelle competenza dei procedimenti in materia di bonifiche delle aree ricomprese nella perimetrazione del ridefinito Sito di Interesse Regionale (SIR).
L’area è occupata da un impianto di smaltimento rifiuti, gestito prima dalla “FIBE S.p.A.” e, successivamente, dalla Società S.A.P.NA. SpA. (Sistema Ambiente della Provincia di Napoli).
La competenza sulle attività di bonifica dell’area, quindi, a partire dall’11 gennaio 2013, è stata trasferita in capo alla Regione Campania quale autorità procedente. Quest’ultima ha avuto modo di acquisire i risultati derivanti dall’attuazione del Piano di caratterizzazione elaborato dalla S.A.P.NA. per conto del Ministero dell’ambiente e validato dall’ARPA Campania nel novembre 2012. Detti risultati sono stati trasferiti all’Amministrazione Regionale congiuntamente a tutte le altre attività istruttorie svolte dall’Amministrazione centrale fino al 31 dicembre 2013.
In particolare, si ritiene di poter riferire quanto comunicato dalla Regione Campania in ordine a quanto richiesto in particolare dagli interroganti.
Per quanto attiene alla discarica di Cava Riconta, ubicata nel comune di Villaricca, essa venne realizzata con Ordinanza Commissariale n. 236/2003 e aggiornata con Ordinanza n. 388/2006.
E’ stato riferito, in particolare, che la S.A.P.NA., quale Società che gestisce discariche e i siti di stoccaggio dell’intera provincia di Napoli, ha richiesto, a più riprese, l’autorizzazione per la sistemazione finale della discarica, con relativo capping. Tuttavia, l’Ufficio Ambiente della Regione Campania, tuttavia, competente al rilascio delle autorizzazioni, ha ogni volta precisato che il provvedimento di autorizzazione rilasciato con le ordinanze sopra ricordate, è stato emesso in vigenza del decreto legislativo n. 36 del 2003, il quale prevede una autorizzazione per la gestione delle discariche omnicomprensiva, comprendente quindi tutte le fasi operative di gestione di una discarica, dalla realizzazione alla fase post-mortem.
Questo il motivo per il quale, non risultando possibile autorizzare una singola fase di gestione, si riteneva che le operazioni di sistemazione finale della discarica, necessarie tra l’altro a evitare la ulteriore formazione di percolato, dovevano essere eseguite dalla società di gestione secondo le disposizioni autorizzative già acquisite.
Per quanto attiene all’impianto di trattamento del percolato, autorizzato con D.D. Regione Campania del 9 ottobre 2014, è stato segnalato che esso è totalmente indipendente dalla discarica di Cava Riconta.
Il suddetto impianto è stato sottoposto a procedura A.I.A.( Autorizzazione Integrata Ambientale) da parte della Regione Campania, in quanto, trattandosi di ampliamento di impianto esistente, già autorizzato ai sensi dell’art. 208 del decreto legislativo n. 152 del 2006, è divenuto assoggettato ad A.I.A. sulla base dei quantitativi di percolato da trattare.
La Regione Campania sostiene, altresì, che l’impianto di trattamento in argomento non è in contrasto con le disposizioni del decreto legge n. 61 del 2007, in quanto l’art. 3, recante “Divieto di localizzazione di nuovi siti di smaltimento finale di rifiuti in alcuni comuni della provincia di Napoli” testualmente recita: “Dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in assenza di interventi di riqualificazione o di opere di bonifica del territorio dell’area «Flegrea» – ricompresa nei comuni di Giugliano in Campania, Villaricca, Qualiano e Quarto in provincia di Napoli, per il territorio contermine a quello della discarica «Masseria Riconta» – non possono essere ulteriormente localizzati nuovi siti di smaltimento finale di rifiuti”.
La posizione sostenuta dalla Regione è quindi da ricollegarsi alla esclusione solo dei nuovi impianti di smaltimento, ritenendo che l’impianto in questione non è né nuovo né di smaltimento, essendo un impianto di trattamento in quanto va ad evitare eventuali e ulteriori sversamenti di percolato nelle matrici ambientali.
Pertanto, eventuali procedure di bonifica non risultano in contrasto né sono inficiate dalla presenza dell’impianto.
Consta inoltre al Ministero dell’ambiente, che il Comune di Villaricca, nell’ambito dell’apposita conferenza dei servizi, abbia manifestato la propria ferma e irrevocabile contrarietà alla costruzione dell’impianto di “Trattamento di Percolato” in luogo di quello precario già esistente in assenza di interventi di riqualificazione dell’area flegrea in questione, che ad oggi non risultano essere stati avviati.
Consta, altresì, che presso la Procura della Repubblica di Napoli pende un procedimento penale le cui indagini sono state delegate al Nucleo Operativo Ecologico di Napoli del Comando Carabinieri per la tutela dell’ambiente.
Il Ministero seguirà con attenzione l’evolversi della vicenda, che non esclude contenziosi giudiziari, intervenendo prontamente con personale dell’ISPRA e del NOE per giungere ai chiarimenti necessari.