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Atto Camera
Mancava poco ad un anno dalla pubblicazione della mia proposta contenuta in una interrogazione parlamentare quando ieri è giunta la risposta della reggente il Ministero della Difesa, on.Pinotti. Per lei nessun problema all’utilizzo di droni per contrastare la piaga dei roghi tossici che a dispetto dell’inutile decreto, emanato dal Governo e convertito in legge il 5 febbraio scorso, ancora proliferano. Ricordate? Il provvedimento fu sbandierato come una vittoria di Letta e della De Girolamo, passò con 174 voti favorevoli, 58 contrari e 12 astenuti.
Di seguito la risposta del Ministro della Difesa e l’interrogazione a risposta scritta.
Risposta. — Non si ravvisano elementi tecnici ostativi riguardo all’opportunità, segnalata dall’interrogante, di rendere disponibili gli aerei a pilotaggio remoto (APR) dell’Aeronautica militare per fornire concorso alle Forze di polizia nell’ambito delle operazioni di sicurezza e di controllo del territorio nel contrasto preventivo e repressivo dei crimini ambientali perpetrati nell’area della unione Campania, meglio nota come «Terra dei Fuochi».
Pur nella considerazione che gli APR sono anzitutto destinati ad impieghi militari, le loro capacità duali di sorveglianza e di ricognizione potrebbero consentire di soddisfare l’esigenza, ferma la necessità di un preventivo coordinamento con l’aviazione civile in ossequio alle normative vigenti di riferimento e della copertura, con appositi stanziamenti, degli oneri aggiuntivi legati all’incremento delle ore di volo rispetto a quelle programmate per le attività addestrative e operative istituzionali della Forza armata.
Si fa presente, altresì, che tale attività di sorveglianza e di monitoraggio già rientra, più in generale, nell’ambito di specifici protocolli d’intesa – ormai in fase di finalizzazione – che l’Arma dei carabinieri e la Polizia di Stato intendono sottoscrivere con l’Aeronautica militare.
Il Ministro della difesa: Roberta Pinotti
Interrogazione a risposta scritta 4-02539
presentato da
testo di
MICILLO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
l’aeromobile a pilotaggio remoto o APR, noto come drone, è un velivolo che viaggia in assenza del pilota umano a bordo. Il suo volo è controllato dal computer a bordo del velivolo, sotto il controllo remoto di un navigatore o pilota, sul terreno o in un altro veicolo;
l’inclusione del termine aeromobile sottolinea che le operazioni devono rispettare le stesse regole e le procedure degli aerei con pilota ed equipaggio di volo a bordo;
il loro utilizzo è ormai consolidato per usi militari e crescente anche per applicazioni civili, ad esempio in operazioni di prevenzione e intervento in emergenza incendi, per usi di sicurezza non militari, per sorveglianza di oleodotti, con finalità di telerilevamento e ricerca e, più in generale, in tutti i casi in cui tali sistemi possano consentire l’esecuzione di missioni spesso con costi minori rispetto ai velivoli tradizionali;
sono noti anche attraverso altri acronimi, molti dei quali di derivazione anglosassone: oltre a RPA (Remotely piloted aircraft) possono essere indicati come UAV (Unmanned aerial vehicle), RPV (Remotely piloted vehicle), ROA (Remotely operated aircraft) o UVS (Unmanned vehicle system), e altro;
gli APR sono stati accostati in maniera diretta al monitoraggio ambientale e delle aree colpite gravemente da terremoti e inondazioni. Un esempio sono gli APR americani Global Hawk che hanno sorvolato la Centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, in Giappone, addentrandosi nella zona vietata (no go zone), col fine di monitorare i reattori dopo le esplosioni causate dal terremoto del Tohoku del 2011, scattando anche foto con i sensori a infrarossi. L’alta radioattività rendeva infatti impossibile l’avvicinamento di esseri umani;
gli APR possono essere utilizzati anche per monitorare nel tempo gli impianti di produzione di energia elettrica, o più in generale impianti industriali, utilizzando degli appositi sensori (termocamere, camere multispettrali e altro);
Gli APR possono svolgere un ruolo importante nelle operazioni di ricerca e soccorso consentendo di effettuare delle ricognizioni in tempi rapidi, in particolare a seguito del verificarsi di situazioni di emergenza;
è notoria l’emergenza roghi, che attanaglia quella parte di territorio compresa tra il litorale domitio-flegreo, l’agro aversano-atellano, l’agro acerrano-nolano e vesuviano e la città di Napoli, indicata col termine «Terra dei Fuochi», dove ogni giorno, più volte il giorno, tonnellate di rifiuti industriali, urbani e speciali, sono abbandonati incontrollatamente ai margini delle strade o nelle campagne e poi dati alle fiamme. Uno smaltimento a basso costo per chi compie questi atti illeciti, che ha un costo altissimo in termini di salute per chi lo subisce;
nella terra dei fuochi, da anni si consuma uno dei delitti ambientali più atroci: lo sversamento illegale, con roghi che rimettono in circolazione nell’aria i rifiuti: è la morte dello Stato, il trionfo dell’illegalità, una condanna per gli abitanti, per l’economia, la terra, l’acqua e l’aria;
detto inquinamento ha prodotto in alcuni punti anche la nascita di laghetti artificiali debitamente nascosti agli occhi umani, formatisi per effetto di percolato e liquami scaturiti dal processo di putrefazione dei rifiuti abbandonati o interrati;
in data 14 ottobre 2013 un lancio di agenzia stampa Ansa informava che «Nell’operazione di sorveglianza e soccorso nel Mediterraneo verranno anche usati i droni, gli aerei senza pilota, oltre ad elicotteri con strumenti ottici ad infrarossi. Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, al termine del vertice di Palazzo Chigi dedicato all’emergenza immigrazione»;
in data 3 ottobre 2013 il sito di informazione Julie News informa che: «A Caivano, in località Sant’Arcangelo, durante un servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione di reati in materia d’inquinamento ambientale, i carabinieri della locale tenenza insieme ai col leghi del nucleo operativo ecologico di Napoli, in un’area di circa 30.000 mq, adiacente l’impianto di depurazione delle acque reflue urbane di Acerra, durante lavori di manutenzione alla condotta fognaria, hanno rinvenuto, interrati a circa 40 cm di profondità, rifiuti speciali pericolosi e non, in particolare costituiti da plastica, materiale edile di risulta, pneumatici usati, pulviscolo grigio verosimile scoria di alto forno, materiale in cemento amianto, ferro, asfalto, legno e altri rifiuti solidi non meglio identificabili, stimati in circa 36.000 tonnellate di rifiuti. Tutta l’area è stata sequestrata. L’area posta sotto sequestro dai carabinieri è di proprietà della regione Campania: i militari stimano che nel terreno siano stati interrati decine di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali e non. I lavori per la realizzazione delle condotte che collegano le fogne di Caivano all’impianto di depurazione delle acque reflue di Acerra (Napoli) risalgono a una decina di anni fa»;
in data 16 ottobre 2013 il lancio dell’agenzia stampa Agi riferiva che: presso «il 32o stormo dell’Aeronautica militare, che ha sede ad Amendola, sono operativi i Predatori, gli aeromobili a pilotaggio remoto (Apr), meglio noti come droni, e i caccia AM-X, assetti entrambi da tempo impiegati in Afghanistan» e che per «le predisposizioni in atto da parte della forza armata a supporto della missione umanitaria «Mare Nostrum» l’Aeronautica militare fornirà la capacità di ricognizione e sorveglianza aerea dei Predator. I Predator svolgeranno attività di sorveglianza aerea con il duplice fine di salvare vite umane in pericolo e identificare le navi-madri utilizzate dagli scafisti. Il Predator può volare fino ad 8.000 metri di quota per oltre 20 ore consecutive permettendo, grazie alla sinergia fornita da un team composto da piloti, operatori dei sensori di bordo, supervisori della missione e tecnici, e agli evoluti sensori di bordo, di realizzare riprese elettro-ottiche, all’infrarosso e radar. Le immagini, che possono essere disseminate ovunque necessario, vengono “interpretate” ed utilizzate in tempo reale dalle sale operative di comando e controllo allo scopo di ottimizzare l’impiego delle risorse aeree e navali per l’assolvimento della missione. Inoltre, sono in fase di completamento le operazioni di predisposizione logistica per un eventuale impiego dell’Apr anche da altre basi, qualora ritenuto successivamente un requisito operativo necessario per estendere ulteriormente la già considerevole permanenza dell’assetto in area di operazioni;
grazie alle capacità di uomini e mezzi ed alle caratteristiche di persistenza, i velivoli Predator, sono «l’occhio dall’alto» e costituiscono una capacità ormai considerata «irrinunciabile» nelle operazioni militari, con possibili future ricadute tecnologiche anche nei settori civili;
le cronache quotidiane nei mesi di ottobre e novembre 2013 riferiscono di ripetuti ed ampi impieghi dei droni all’interno di piani civili;
in data 23 ottobre 2013 il programma «Dentro la Notizia» su Rete 4 ha delineato un quadro drammatico della condizione creatasi sul piano della salute nella «Terra dei Fuochi»;
con cadenza quotidiana i mass media informano della drammaticità della situazione nell’area suddetta;
nell’ambito di tale progetto che l’impiego delle unità previste dallo stesso sarebbero quelle contemplate l’articolo 24, comma 74, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102 e l’articolo 7-bis, comma 1, terzo periodo, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125;
è stata parzialmente approvata la mozione Di Maio (1-00150) martedì 5 novembre 2013, seduta n. 111), e si ricorda in speciale modo l’impegno a Porre in essere tutte le forme di controllo incisivo del territorio campano atte a far cessare il criminale e illecito sversamento di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa»;
l’utilizzo di droni finalizzati al monitoraggio, sorveglianza, alla prevenzione e al controllo in sicurezza del territorio porterebbe ad un risparmio economico di pattuglie e gazzelle delle forze dell’ordine impiegate o da impiegarsi nella prevenzione dei reati in loco, senza compromettere la salute degli agenti e militari che opererebbero nelle zone interessate da roghi e sversamenti, permettendo così un pronto intervento sui fatti delittuosi e l’individuazione dei piromani e dei conducenti di mezzi dediti al conferimento illegale di fusti e rifiuti;
un coordinamento interministeriale che possa fare capo all’espletamento e funzionamento dei mezzi menzionati al fine del loro corretto utilizzo considerando che la protezione civile non avrebbe volontari o personale preposto per l’impiego degli stessi mezzi –:
se si intenda mettere in utilizzo il parco droni nella disponibilità militare italiana e in particolare, quale sia l’orientamento del ministero interrogato in relazione all’impiego nell’ambito del contrasto preventivo e repressivo tale strumento di difesa per rendere più efficace la lotta agli sversamenti illeciti onde tutelare maggiormente la salute degli abitanti della «Terra dei Fuochi». (4-02539)