Mai più sentenze come per la Eternit. Mai più Bussi. Lo abbiamo ripetuto per mesi, non da soli ma sostenuti dalle principali associazioni ambientaliste. E adesso, finalmente, siamo a un passo dal realizzarlo. Noi che viviamo vicino alle discariche, agli inceneritori, alle industrie che hanno avvelenato i nostri territori, noi che non possiamo usare l’acqua dei rubinetti, che i nostri terreni sono irrimediabilmente compromessi…Tutti noi sappiamo che non si può più aspettare: questa legge è necessaria. Ed è necessario approvarla ora.
Il disegno di legge sugli Ecoreati, da domani in quarta e speriamo definitiva lettura al Senato, ha innanzitutto il grande pregio di introdurre per la prima volta nel codice penale i reati commessi contro l’ambiente. Trasforma molti degli attuali reati contravvenzionali (con pene da pochi mesi ad un massimo di tre anni) in delitti con pene che possono arrivare, con le aggravanti, fino a venti anni. Allunga fino a raddoppiarli i tempi di prescrizione. Consente l’utilizzazione di strumenti fondamentali per le indagini come le intercettazioni. Introduce nuovi importanti reati come l’omessa bonifica e l’impedimento al controllo ambientale, l’inquinamento e il disastro ambientale. Su questo testo ci sono interpretazioni favorevoli e contrarie, al netto della malafede di chi sta con gli inquinatori e di chi ha interessi elettorali nel sabotare una legge che il Paese aspetta da 20 anni.
Tra i suoi padri promotori c’è anche il Movimento 5 stelle, con la prima firma di Salvatore Micillo, e in due anni di battaglie nelle commissioni Ambiente e Giustizia di Camera e Senato il Movimento ha ottenuto tantissimi risultati, rendendo il testo migliore, non perfetto, forse, ma importantissimo. Le polemiche sollevate ci hanno consentito di confrontarci ancora di più con i magistrati, non da ultimi coloro che sono in prima linea nella Dda, e abbiamo rafforzato la nostra convinzione sul testo. L’avverbio “abusivamente”, il passaggio più citato da chi critica la legge, è un falso problema. Occorreva inserire una formulazione rispettosa del principio di tassatività della norma (nessuno può essere punito se non viola una legge) e si è ottenuto che fosse utilizzata quella più ampia: l’abuso si verifica anche quando la condotta viola i principi generali a tutela del bene protetto. È una formula ben più ampia rispetto a “in specifiche violazioni normative”, contenuta in disegni di legge presentati in passato.
Nelle audizioni abbiamo ascoltato tutti i pareri, le sentenze in giurisprudenza (come quella della Cassazione del 2008) ci hanno rafforzato nell’intento di perseguire la via migliore possibile, ci siamo confrontati con i magistrati, le “toghe verdi” che negli ultimi venti anni hanno colmato, con sentenze coraggiose e interpretative, il vuoto normativo in tema di delitti ambientali causato proprio da coloro che non sono stati in grado, per decenni, di approvare una legge sugli Ecoreati e che oggi ad un passo dall’approvazione ne criticano l’impianto.
Il ravvedimento operoso prevede uno sconto di pena per i reati colposi: il M5s non lo voleva così alto, ma sarebbe stato ancora più favorevole agli inquinatori se i nostri parlamentari non si fossero battuti per ridurne la percentuale. Grazie al M5s è stato inserito anche l’aggravante ambientale e il dolo eventuale (quando il reo ha considerato probabili gli effetti, ma ha poi deciso di agire ignorandoli). E la prescrizione, spina nel fianco di molti procedimenti, è stata allungata di molto (portata fino a 20 anni). Mai più Eternit, mai più Bussi: lo abbiamo promesso e con questo testo, che diventerà legge grazie all’apporto decisivo del M5S, rispetteremo la parola data.
Luigi Di Maio a Il Fatto Quotidiano (pag.3 del 18 maggio 2015) – Vicepresidente della Camera, membro del direttorio M5S