Si parla troppo poco di rifiuti speciali, quelli derivati dalle attività produttive. Si parla ancora meno di rifiuti speciali pericolosi.
In queste categorie rientrano i rifiuti sanitari. Secondo il rapporto rifiuti speciali di ISPRA del 2016, sono state prodotte nel 2014 (dati del rapporto relativi a 2 anni prima) 174.719 tonnellate di rifiuti sanitari, di cui ben 156.883 pericolosi (89%). La produzione è stata in calo rispetto al 2013, 178.544 tonnellate.
Ma come vengono gestiti i rifiuti sanitari?
Innanzitutto la normativa di riferimento è il Decreto del Presidente della Repubblica del 15 luglio 2003 (DPR 254/2003), recepito nel 2006 con il d.lgs 152/2006, che ha aggiornato il Decreto Legge 5/2/97 n.22 “legge Ronchi” (attuazione della direttiva 91/156/CEE).
Da un punto di vista tecnico il riferimento è la UNI 10384/94 parte 1: norma tecnica sterilizzazione rifiuti. Secondo i dati Ispra, analitici fino al 2004 sul settore, oltre il 70% di questi rifiuti veniva incenerito e i metodi di gestione alternativi erano residuali. 110.175 tonnellate di rifiuti sanitari pericolosi (CER) 18.01.03) sono stati inceneriti nel 2014 (il 70%), non sono disponibili dati analitici su altri metodi e ci interfacceremo con la neo-commissariata Ispra per la pubblicazione di questi dati. Secondo le recenti gare per la gestione di questi rifiuti si conferma prevalente il trasporto quotidiano dagli ospedali e l’incenerimento di questi rifiuti in grandi impianti, nei bandi di gara infatti non si fa riferimento ad altre modalità di gestione. Secondo i dati E.PA. negli USA oltre il 26% delle diossine emesse in atmosfera era dovuto all’incenerimento dei rifiuti ospedalieri nel 2000.
Dei rifiuti sanitari quelli a rischio infettivo sono identificati col cod. CER 18.01.03 e costituiscono circa il 15-25% di tutti i rifiuti prodotti dall’ospedale, ma rappresentano circa l’80%del costo totale di smaltimento.
La sterilizzazione “on-site” è un metodo che mira alla riduzione di peso (25%) e volume (75%), all’asciugatura dei rifiuti e a un’importante riduzione dei costi.
La sterilizzazione on-site rappresenta un processo di auto-smaltimento praticato all’interno della singola struttura sanitaria (filiera corta), che trasforma il rifiuto speciale pericoloso a rischio infettivo in rifiuto classificato come urbano (CER 20.03.01), in alternativa il rifiuto residuo può essere smaltito come combustibile da rifiuto (CER 19.12.10).
Mentre classicamente i rifiuti sanitari pericolosi vengono raccolti come tali ogni giorno o al massimo ogni 5 giorni e avviati prevalentemente a incenerimento, con la sterilizzazione on-site è possibile stoccare il materiale inertizzato fino a 3 mesi, riducendo trasporti, costi e impatti ambientali e migliorando pesature e conteggi.
Questo metodo stimola la sostenibilità nella gestione di tutti i rifiuti ospedalieri, per ridurre il conferimento all’impianto di quanto non rientra nella categoria dei rifiuti pericolosi; nelle strutture dove è adottato vi è infatti:
In Puglia sulla base dei dati richiesti alle ASL relativamente alla produzione e gestione di tale tipologia di rifiuti, è stato calcolato che l’introduzione della sterilizzazione on-site dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo permette una sensibile riduzione dei costi di smaltimento dagli attuali 5.700.000,00€ all’anno a circa 1.360.000,00€, con un risparmio medio di circa il 75% (circa 4.340.000,00€) se gli impianti di sterilizzazione fossero gestiti direttamente dagli ospedali ed il ritiro del rifiuto sterilizzato residuo, classificato come urbano, avvenisse da parte delle società che gestiscono il servizio di igiene urbana.
Calcolando che il valore tecnologico complessivo per l’istallazione degli impianti di sterilizzazione ammonterebbe a circa 8.250.000,00€ è possibile stimare un tempo di ammortamento, a parità di spesa attuale, di circa 18 mesi.
La prospettiva nazionale di trattare con un metodo simile le 156.883 tonnellate prodotte potrebbe portare a un risparmio di circa 200milioni di euro (su oltre 300 milioni spesi attualmente) e a una riduzione di volume di oltre 110MILA tonnellate di rifiuti.
In quasi tutti i paesi del mondo si comincia a utilizzare la sterilizzazione al posto dell’incenerimento diretto. Si recuperano posti di lavoro.
Alberto Zolezzi deputato Antonella Laricchia consigliere regionale Puglia