Questa mattina a Roma sono stati presentati i dati della ricerca ‘L’Economia Circolare in Italia – la filiera del riciclo asse portante di un’economia senza rifiuti’, curata dall’esperto ambientale Duccio Bianchi di Ambiente Italia, a seguito dei lavori svolti dal Gruppo Riciclo e Recupero del Kyoto Club.
I numeri del rapporto sull’economia circolare sono inequivocabili: la filiera del riciclo in Italia fattura 88 miliardi e impiega oltre 575mila lavoratori. È un’opportunità da cogliere per l’economia del Paese e per il futuro del Pianeta, l’unica strada per tenere insieme l’aumento di posti di lavoro, una crescita che riduca le disuguaglianze e la sostenibilità ambientale.
Secondo l’Agenzia Federale dell’Ambiente Tedesca, ogni tonnellata di anidride carbonica immessa nell’atmosfera ha oggi un costo, per tutti noi, pari a 180 euro, che salirà a 205 euro nel 2030 e a 240 euro nel 2050. Un dato dirimente per tutte le nostre future decisioni, sul quale la politica deve prestare la massima attenzione e che deve portarci a riflettere sulla necessità di intervenire con urgenza.
Riduzione, riuso, recupero e riciclo dei rifiuti (le 4 R) sono gli obiettivi che perseguiamo e promuoviamo in un’ottica di economia circolare. Nel contratto di Governo sono previste fiscalità premianti per la raccolta differenziata e il recupero di materia, senza dimenticare l’estensione della raccolta domiciliare con tariffa puntuale e i centri di riparazione e riuso dei beni utilizzati. In Italia abbiamo grandi eccellenze nello smaltimento dei rifiuti, ma anche zone di grande arretratezza: vogliamo fare il salto di qualità, rimuovendo tutti gli ostacoli che hanno impedito all’economia circolare di penetrare in misura omogenea in tutto il territorio nazionale, verso una Italia più sostenibile, più equa e più innovativa.