Ad oggi in 28.763 (su quasi 800 mila) le persone che hanno avuto un contratto di lavoro dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza. Lo fa sapere l’Anpal, l’agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro: «È il dato registrato lo scorso 10 dicembre – sottolinea l’Agenzia – segno dell’accelerazione che si è avuta nell’ultimo mese: +63,6% rispetto alla precedente rilevazione del 21 ottobre».
Degli oltre 2,3 milioni di beneficiari del reddito di cittadinanza, circa un terzo (791.351) è tenuto al «patto per il lavoro» (mentre gli altri vengono inviati ai Comuni per firmare il Patto per l’inclusione sociale).
Il percorso prevede la convocazione, il primo appuntamento, la verifica degli esoneri, il patto di servizio. Quindi un percorso personalizzato di accompagnamento al lavoro (patto per il lavoro).
Dall’8 Gennaio i beneficiari del Reddito di cittadinanza hanno un nuovo obbligo: quello di svolgere i cosiddetti “progetti utili alla collettività” nel Comune di residenza.
Abbiamo sempre detto che il RdC non sarebbe stato assistenzialismo, ma che un patto per il lavoro e di inclusione sociale tra i beneficiari e lo Stato.In base alle esigenze e ai bisogni della comunità saranno individuati progetti dall’ambito culturale a quello sociale, che riguardano l’ambiente e l’arte, tutelando e conservando i beni comuni.
Tra le mansioni non ci saranno quelle che riguardano lavori o opere pubbliche, né saranno chiamati a sostituire il personale dipendente dell’ente pubblico o dell’ente gestore.
Ad esempio, nell’ambito della manutenzione del verde pubblico, i lavoratori del Puc potranno fornire un supporto agli operatori degli enti locali, che però manterranno la responsabilità delle attività. L’impegno minimo richiesto è compreso tra le 8 e le 16 ore settimanali.
Le otto ore settimanali possono essere fornite su uno o più giorni della settimana o su uno o più periodi del mese, fermo restando l’obbligo del totale delle ore previste nel mese, compresa la possibilità di un eventuale recupero delle ore perse.
I Comuni dovranno istituire un registro dei “partecipanti ai Progetti utili alla collettività” in cui dovranno essere segnate le presenze giornaliere e le prestazioni orarie dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza.
Anpal fa sapere, inoltre, che al 13 dicembre sono stati attivati 422.947 beneficiari, convocati dai centri per l’impiego, per poter partecipare alla prima fase del percorso di ricerca del lavoro.
A dicembre erano 331.614 i beneficiari di reddito che hanno iniziato questo percorso e si sono presentati alla prima convocazione.
Dei quasi 30mila beneficiari che hanno trovato lavoro, il 67,2% ha un contratto a tempo determinato, il 18% a tempo indeterminato, il 3,8% in apprendistato; il 67,9% ha un’età inferiore ai 45 anni; il 58,6% sono uomini e il 41,4% sono donne.