Una parola soltanto: Sì!
È questa la risposta che vogliamo contrassegnare sulla scheda di voto, al referendum sul taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre. È un’occasione straordinaria per ridurre i costi della politica e per rendere più efficiente il nostro Parlamento, quel Parlamento che ogni giorno qualcuno tenta di svilire con i propri vergognosi comportamenti. E questa occasione non possiamo perderla.
Manca poco, siamo ad un passo. Siamo ad un passo dal vedere gli effetti di una riforma epocale. “Non ci riuscirete mai”, dicevano. “È un’impresa impossibile”, ripetevano. Invece ci siamo riusciti. Non era facile tagliare 345 parlamentari, ma ci siamo riusciti. Abbiamo mantenuto l’impegno di ridurre il numero di deputati e senatori, portando le Camere ad approvare in un anno una riforma costituzionale che nessuno era ancora riuscito a realizzare, dopo sette fallimenti negli ultimi 40 anni.
Con questa riforma si passa dagli attuali 945 parlamentari a 600. Alla Camera entreranno 400 deputati (oggi sono 630), al Senato 200 senatori (oggi 315). Una riduzione importante, che ci consentirà di risparmiare 100 milioni di euro l’anno fino ad 1 miliardo in 10 anni, e di poterli restituire ai cittadini investendo in nuovi servizi e attività essenziali. Una pratica già consolidata alla Camera dei Deputati, dove il taglio degli sprechi e la riduzione della spesa pubblica -da sempre uno dei primi obiettivi del MoVimento 5 Stelle- ha permesso fino ad oggi di restituire allo Stato 265 milioni, parte dei quali destinati alle popolazioni terremotate e al personale medico sanitario. Ma non parliamo soltanto di soldi. Perché grazie alla riforma potremo semplificare e rendere più efficiente l’attività di aule e commissioni del nostro Parlamento, aumentare la trasparenza e la partecipazione dei cittadini, e contrastare i tentativi di chi vuole snaturare il voto degli elettori costruendo da zero nuove formazioni politiche il giorno dopo le elezioni.
Il taglio dei parlamentari potrebbe essere già realtà, ma l’ultima parola spetta al referendum. E il referendum è quel meraviglioso momento di partecipazione, democrazia diretta e libera scelta che può dare ancora più valore e pregio a questo importante cambiamento. Un cambiamento che il Paese attende da tanto, troppo tempo. Un cambiamento messo a rischio da quanti, anziché ragionare concretamente sul futuro del Paese, sull’efficienza delle sue istituzioni e sui tagli ai costi della politica, mirano a tenersi quelle poltrone che con fatica abbiamo tagliato, facendole rientrare dalla finestra, come già hanno fatto con i vitalizi. E questo no, non possiamo accettarlo.
Abbiamo fatto la nostra parte in Parlamento, ma non è finita. Ora tocca a tutti i cittadini italiani, ed è nostro dovere informarli nel merito di questo importante appuntamento. Nelle prossime settimane daremo il massimo per raggiungere e dare consapevolezza a quante più persone possibili. Forza. C’è chi senza vergogna vuole salvare 345 poltrone (e accusa noi di volerle mantenere, incredibile), ma c’è anche chi vuole cambiare davvero, in meglio, con più efficienza e meno sprechi. E allora rispondiamo a questo desiderio di cambiamento con i nostri Sì.