Nel testo il problema dell’interramento dei rifiuti è solamente sfiorato, non si capisce chi gestirà i fondi previsti e non si prevede la partecipazione dei comitati locali
Si poteva fare molto, ma davvero molto di più! La solita toppa partorita in fretta per ricucire uno strappo di lungo corso fra istituzioni e territorio. Volendo commentare questa bozza del neo decreto sulla “Terra dei fuochi” da parte del Governo, direi che il problema dell’interramento dei rifiuti è solamente sfiorato, il che è gravissimo perché dobbiamo sapere con quale piano d’azione intendono muoversi. Non si dice nello specifico chi farà cosa o come, ad esempio come saranno gestiti e veicolati i fondi previsti. Un gruzzolo che farà gola certamente a molti. Quando il decreto approderà in Aula faremo sentire la nostra voce a cinque stelle, a colpi di emendamenti, richiedendo modifiche ed aggiunte al testo, ad esempio che, laddove all’articolo 4 si legge che “è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Comitato interministeriale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri o da un Ministro da lui delegato”, possano partecipare anche i comitati di cittadini locali. E’ ora che le vittime del territorio siano i principali interlocutori di questo cambiamento. Leggo pure che all’art.5 si proroga la struttura commissariale al 31 dicembre 2015, come a premiare organismi che ad oggi non sono stati di utilità sociale e sfido a ricevere prove, documenti e dati che smentiscano quanto sostengo. Il legame Campania-emergenza rifiuti-commissari ha prodotto danni enormi alla nostra Terra! Assurdo è dire poco. Avrei tante osservazioni ancora da fare. Se è vero infine che l’introduzione della reclusione per chi appicca gli incendi può rappresentare un deterrente nei confronti del fenomeno dei roghi tossici, in quanto attività terminale del processo di smaltimento illecito di rifiuti, sia urbani che speciali e industriali, non si evidenzia allora, alcuna misura di intervento finalizzata alla prevenzione di tale processo che è relativa alla produzione appunto del rifiuto. Con riferimento alle industrie che effettuano lavorazioni in nero, che smaltiscono pure a nero. E vengo pure al punto della “perimetrazione dei terreni da destinare a interventi di bonifica”, manca un passaggio essenziale che pone qualche perplessità. Quando si parla di terreni che “non possono essere destinati alla produzione agroalimentare ma esclusivamente a colture diverse”, con quali fondi il Governo intende sostenere quegli agricoltori, che dovessero trovarsi di fronte alla necessità di provvedere alla conversione dei propri terreni? Nel decreto infatti, si parla in maniera chiara di fondi (quasi 3 milioni di euro) e procedimenti di reperimento degli stessi solo relativamente alle attività di indagine. La montagna ha partorito un topolino.
Salvatore Micillo – Componente Commissione Giustizia alla Camera
pubblicato da Gianmaria Roberti all’indirizzo : http://www.ildesk.it/newslong.php?id=3614