Il Ministero della Salute vorrebbe rassicurarmi ma senza nemmeno ignorare un presunto “rischio”. Ed allora? Come si fa? Leggete la chiusura della risposta: “La limitata popolazione dell’Isola di Ischia renderebbe troppo bassa la potenza statistica di un’eventuale studio, anche se condotto con metodologia appropriata. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, una valutazione della percentuale di casi di tumori polmonari attribuibili all’esposizione al radon degli abitanti dell’isola di Ischia è stimabile in circa il 15% di tutti i tumori polmonari”.
Nel luglio 2013 partendo da un articolo di Andrea D’Ambra ho formulato l’interrogazione che segue del 12 luglio scorso.:
presentato da MICILLO Salvatore
testo di Giovedì 1 agosto 2013, seduta n. 63
nell’Ottocento l’isola di Ischia diventa una delle capitali del termalismo europeo, al pari delle più note stazioni inglesi e austriache. Le «antiche terme comunali», che sorgono sul porto, diventano un punto di riferimento anche per gli studiosi;
il radon — elemento radioattivo naturale, appartenente alla classe dei gas nobili, e derivante dalla emanazione di una particella alfa da un atomo di radio — è una sostanza che viene assorbita molto facilmente attraverso le mucose (soprattutto degli apparti respiratorio e digerente) e la cute e si diffonde molto rapidamente ai tessuti con un’affinità elettiva per i lipidi (www.benessere.com);
le linee-guida concernenti la prevenzione, la diagnostica e l’assistenza in oncologia, previste dall’accordo tra Ministro della sanità e le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano pubblicate nella Gazzetta Ufficiale del 2 maggio 2001, hanno descritto gli effetti sanitari del radon: «L’esposizione al radon ed ai suoi prodotti di decadimento è un fattore di rischio per il tumore polmonare ed è generalmente considerata come una delle principali cause di tale neoplasia, dopo il fumo della sigaretta. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato tali radionuclidi tra le sostanza di gruppo 1; si stima che il rischio individuale sull’intera vita dovuto all’esposizione continua a 100 Bq/m3 sia dell’ordine di 1 per cento con un’incertezza stimabile in un fattore 3»; secondo le stime riportate nel medesimo documento si ipotizza che dal 5 al 15 per cento dei 30.000 tumori polmonari che ogni anno si verificano in Italia, siano attribuibili al radon;
in data 4 maggio 2003 il programma Report su Rai3 aveva acceso i riflettori sulla presenza del gas radon nell’isola di Ischia e aveva posto in evidenza la sua pericolosità sulla salute umana a causa delle elevate concentrazioni presenti;
nel servizio televisivo citato Francesco Bochicchio dell’Istituto superiore di sanità aveva affermato che: «La caratteristica fondamentale del radon è che è un gas inerte e quindi significa che dal posto in cui viene prodotto, dal suolo e dal materiale di costruzione, può muoversi e diffondere e in particolare entrare nei luoghi chiusi tra cui le abitazioni e concentrarsi»;
Campania, Lazio e Veneto sono le regioni con la più alta concentrazione di radon e si stima che un milione di abitazioni in Italia siano esposte al radon;
in data 4 aprile 2009 nel blog di Andrea d’Ambra si legge che: «Quello di cui la terza isola italiana per numero di abitanti avrebbe bisogno è una vasta campagna informativa rivolta alla popolazione, una diffusa misurazione di livelli di Radon e la conseguente bonifica di quei luoghi dove i livelli, risultano oltrepassare i limiti raccomandati dalla Comunità europea di 200 Bq/m3 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3 per quelle già esistenti» –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti nella premessa, in particolare se allo stato attuale siano disponibili i dati delle rilevazioni di gas radon nelle varie zone dell’isola d’Ischia, ciò comprendendo sorgenti ed immobili (edilizia pubblica, privata e scuole);
se non si intenda promuovere all’uopo tale studio mediante esperti del settore e quali iniziative si intendano assumere a tutela della salute degli isolani;
se siano state effettuate indagini sull’incidenza di patologie tumorali ai polmoni, sia tra i fumatori, sia tra i non fumatori, e, in caso contrario, se non intenda avviare un circostanziato studio epidemiologico per valutare l’insorgenza del rischio rispetto al dato nazionale.
(4-01257)
(fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=3943&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA%27)
Il vice presidente della Camera Luigi Di Maio il 1 agosto appose la propria firma per dare più forza al testo presentato ed a cui seguì il 2 di ottobre il mio sollecito al Ministero della Salute affinchè rispondesse.
Qui, la risposta pervenutami stamani in segreteria :