Gli scivoloni si prendono, si sa. Ma se a farli è la Presidente della Camera ed allora si resta davvero di stucco. Dovrebbe guidarci ed invece dobbiamo guidarla…ieri sera i tg nazionali hanno aperto con la notizia che dopo l’augurio di “buone vacanze” saremmo dovuti tornare presto a Montecitorio. Nulla da eccepire. Noi del Movimento Cinque stelle siamo favorevoli. Più si lavora meglio ne beneficia l’Italia. Tuttavia, le cose non stavano proprio così…e ce lo spiega proprio il nostro Luigi Di Maio, che come sapete è uno dei vice Presidenti della Camera, o meglio il “deputato Presidente”.
“Sul sito web della Camera ad oggi la prossima seduta è prevista per il 6 settembre 2013. Sulle pagine web invece leggo che la Presidente Boldrini ha annunciato che si lavorerà anche il 20 e 21 agosto per il decreto sul femminicidio. STRANO. Sono uno dei vicepresidenti di turno quella settimana e non mi hanno informato.
Poi ho capito… La Presidente (o chi per essa gli cura la pagina web) non conosce la differenza tra “mero adempimento” e lavori della Camera. Il 20 agosto la Camera non lavorerà. Ci sarà solo l’annuncio che arriva un Decreto dal Governo. Ed è un adempimento previsto per Legge che non c’entra nulla con i lavori dell’aula. In quella sede sarà letto in circa 2 minuti un testo che annuncia che il Governo ha emanato un Decreto Legge. Che tra l’altro deve essere analizzato prima dalle commissioni competenti e poi dall’aula.
Se la Presidente vuole anticipare i lavori della Camera, riorganizzando il calendario, non ci sono problemi per noi, deve solo annunciarcelo. E a quel punto dovrebbe convocare almeno una CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO (come dice il regolamento), perché siamo in democrazia (tanto per dire…).
Se invece vogliamo vivere in media-crazia, convochiamo la conferenza dei capigruppo in uno studio televisivo e pubblichiamo gli ordini del giorno sui quotidiani nazionali. Sicuramente far notizia. Io però, per rispetto delle istituzioni, dei regolamenti e della sacralità della Camera, non mi presterei in ogni caso a questo sensazionalismo istituzionale” (Luigi Di Maio).