Da giorni riceviamo dall’Egitto le immagini atroci di morti e feriti. Una società allo sbando sulla quale nessun Governo intraprende ancora una seria iniziativa di difesa dei diritti umani.
Possibile che oltre alle semplici dichiarazioni di intenti non si possa fare nulla?
Mister Letta, anche questo lo rinviamo a novembre? Insieme alla legge elettorale?
E’ di oggi la notizia che circola sul web del museo Malawi di antichità di Minya, 250 km a sud del Cairo, distrutto e saccheggiato giovedì sera.
I nostri studi di storia, dalle scuole elementari all’Università, hanno il fine di farci innamorare di quanto di bello, menti elette e raffinate, superiori alle nostre, hanno compiuto in tempi lontani, in termini di costruzioni ed opere.
Il quotidiano britannico Daily Mail ha pubblicato scatti che mostrano vetrine distrutte e vuote, sarcofagi aperti e danneggiati sparsi a terra tra schegge di vetri rotti.
La tragedia umana si associa allo smacco storico.
Siamo nel terzo millennio ed ancora vediamo corpi allineati a decine di decine! Quale stretta al cuore ho provato nel vedere la moschea di Al-Imene trasformata in obitorio o leggere di un gruppo di uomini e di donne che nel tentativo di rifugiarsi nel quartiere residenziale di Zamalek, un’isola sul Nilo, sono stati presi a fucilate da un comitato popolare. Nella giornata di ieri Il Cairo è stata per ore teatro di battaglie sanguinose.
Possibile che dobbiamo essere sempre la costola degli Usa o della Germania o di chi altri ? Possibile che non si riesca a soccorrere un popolo che sta morendo al grido del cambiamento?
In Egitto ci sono piramidi e non pozzi di petrolio, è così, giusto?