Stamani nel Question Time in Commissione Ambiente ho sollevato i miei dubbi al Governo circa il corretto funzionamento ed inquinamento prodotto dall’inceneritore di Acerra. Vi posto il mio quesito e la risposta datami.
#Acerra #Inceneritore #FiatoSulCollo
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Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
Per sapere, premesso che:
In data 26.11.2014 si è tenuta la Conferenza di Servizi, ai sensi dell’articolo 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990 n. 241 e ss.mm.ii., presso gli uffici della regione Campania, riguardante l’istanza di rinnovo di A.I.A. dell’impianto di termovalorizzazione di Acerra (NA), presentata dalla società a2a Ambiente Spa in data 22/11/12 prot. n. 862722 e successive integrazioni documentali, la quale conferenza ha approvato il progetto di riesame e rinnovo dell’impianto in questione;
l’impianto in oggetto brucia circa 2 milioni di kg al giorno di immondizia indifferenziata tritovagliata proveniente dai sette STIR operanti in Campania da cui scaturisce una produzione di gas combusti contenenti micro e nano particelle altamente cancerogene – pari a circa 15 milioni di metri cubi al giorno – e, per i cinque anni già trascorsi, 24 miliardi di metri cubi; inoltre, su indicazione della regione Campania, dal gennaio 2014, tale impianto brucia anche i rifiuti denominati ecoballe stoccati negli anni 2000-2008 e senza che alcuna indagine sul contenuto di tali ecoballe sia mai stata effettuata;
nessun ente infatti, ad oggi, è in grado di garantire la composizione delle ecoballe in quanto gli impianti di CDR (combustibile derivato da rifiuto) campani, mai realizzati a norma di legge e secondo progetto, non sono mai stati in grado di lavorare e produrre materiale a norma;
come risultante dallo studio commissionato dai comitati, fatto proprio dal Comune di Acerra, e depositato sin dal 10 luglio 2014 nell’ambito della conferenza dei servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale dell’inceneritore, il camino dell’impianto viola l’art 6, comma 5, della direttiva 2000/76/CE, l’art 8, comma 10, del decreto legislativo n. 133 del 2005 di recepimento della direttiva, e inoltre l’intero inceneritore viola importanti norme comunitarie poste a tutela della qualità dell’aria quali la direttiva 2008/50/CE. In particolare l’art 8, comma 10, del decreto legislativo n. 133 del 2005 stabilisce che gli effluenti gassosi degli impianti di incenerimento devono essere emessi attraverso un camino di altezza tale da favorire una buona dispersione degli emissioni gassose al fine di salvaguardare la salute umana e l’ambiente, con particolare riferimento alla normativa relativa alla qualità dell’aria. L’impianto di Acerra presenta tre camini di altezza di 110 metri ma secondo il citato studio e sulla base della citata normativa, tale altezza non garantisce una buona dispersione delle emissioni gassose, ma sicuramente causa la ricaduta di circa il 30% di ciò che fuoriesce. L’evoluzione tecnica relativa alla progettazione dei camini di impianti simili per massa di gas emissivi prodotti ha portato a realizzare nel mondo un’altezza dei camini utile per la buona dispersione degli effluenti pari a 360-420 metri, l’Italia si è fermata a 256 metri. In ogni caso la composizione delle emissioni gassose è tale da determinare un grave pericolo per la salute della popolazione residente, in quanto alla tossicità chimica delle particelle contenute si sovrappone l’effetto deleterio di natura fisica, dovuto alle loro dimensioni, tali da poter interferire con i tessuti a livello cellulare e subcellulare, costituendo il disastro sanitario attuale;
è necessario rispettare un principio di precauzione in forza del quale occorre urgentemente la realizzazione del camino alto almeno 400 metri che comporta un tempo di esecuzione di circa sette mesi ed una spesa di
circa 50 milioni di euro. Tale altezza infatti impedirebbe la ricaduta delle micro e nano particelle, nel raggio di 20 km, contenute nei 24 miliardi di metri cubi di gas combusti per i prossimi cinque anni;
la stessa situazione, in merito alla criticità dell’altezza delle ciminiere, si verifica per il vicino impianto a biomasse della società Fri-el (zona Montefibre Acerra) con 336.000 mc/h di gas combusti uscenti dalla vecchia ciminiera ex Montedison di altezza di 80 metri che brucia olio grezzo di palma per produrre energia elettrica a poche centinaia di metri dai camini dell’inceneritore;
nelle tre sedute della conferenza dei servizi di autorizzazione AIA dell’inceneritore le popolazioni non sono mai state consultate come invece riportato nell’AIA esistente, né sono stati forniti tutti i documenti tanto che dal rapporto tecnico istruttorio emerge che la documentazione consegnata dall’a2a Ambiente Spa alla Regione è “pressoché riservata”, non consentendo così alla popolazione di produrre osservazioni complete;
in sede di conferenza di servizi tenutasi il 20 ottobre 2014 presso la Regione Campania il consulente tecnico della Regione prof. Ing. Pepe dell’università del Sannio ha dichiarato, come riportato nel verbale, che non è compito della conferenza AIA valutare l’altezza dei camini in quanto già valutata nella VIA del 1999. In tale anno fu fatto solo un parere di compatibilità ambientale e non una vera VIA. Solo nel 2005 fu fatta una pseudo-VIA senza uno studio approfondito sull’adeguatezza della bassa altezza dei camini. Questi fatti precedenti confermano che l’inceneritore di Acerra non è mai stato sottoposto ad una regolare procedura per il rilascio della VIA;
in data 26.11.2014 si è tenuta la terza seduta della Conferenza dei Servizi convocata dalla Regione Campania che ha approvato il progetto di riesame e di rinnovo di A.I.A. dell’Impianto di Termovalorizzazione ad Acerra, presentata dalla società a2a Ambiente Spa, con la precisazione che il sistema di smaltimento delle polveri è quello dello smaltimento presso terzi e che il sistema di inertizzazione in loco rappresenta una opzione alternativa. Secondo le nuove prescrizioni assunte dalla Conferenza dei Servizi non verranno bruciati nell’impianto rifiuti con codice CER 20.03.99 (rifiuti urbani non specificati altrimenti), i controlli sugli scarichi idrici saranno effettuati non solo nella fase terminale ma anche in quella intermedia e semestralmente, anziché annualmente. Tale conferenza ha inoltre ampliato il piano di monitoraggio dell’impianto estendendo i controlli anche ai parametri relativi all’ammoniaca, al pcb simil diossina, le cui verifiche sono richieste per le autorizzazioni invocate successivamente al 16 aprile 2014, ma che saranno effettuate anche per l’inceneritore di Acerra. Previsto ancora l’impiego di una telecamera ad infrarossi per il monitoraggio ed il controllo della combustione come elemento di verifica in parallelo di elementi caratteristici della combustione. Tutti i dati relativi a quanto rilevato da questa telecamera saranno inviati alle autorità competenti. In merito ai rilievi fatti dal comune di Acerra sull’altezza dei camini, l’azienda A2A si impegna a sviluppare, entro 18 mesi dal rilascio dell’autorizzazione, uno studio modellistico sull’impatto ambientale nei territori attorno all’impianto. Lo studio sarà condotto da un ente terzo individuato in accordo tra la Regione Campania ed il comune di Acerra; i risultati di queste analisi saranno resi pubblici.
l’amministrazione di Acerra ha ribadito il proprio parere negativo ed ha affermato che impugnerà l’atto davanti agli organi giudiziari competenti;
per alcuni giorni i cittadini di Acerra e in particolare le “mamme coraggio”, che hanno vissuto sulla loro pelle e quella dei loro figli i danni provocati da questa situazione, hanno posto in essere un presidio permanente presso l’inceneritore per impedire ai camion di entrare per proseguire l’avvelenamento in corso -:
alla luce delle considerazioni riportate nelle premesse e ai rischi di nuove procedure di infrazione che potrebbero essere aperte nei confronti dell’Italia se e come il Governo intenda intervenire anche a tutela delle popolazioni residenti
Salvatore Micillo, Mirko Busto, Massimo De Rosa, Federica Daga, Claudia Mannino, Patrizia Terzoni, , Samuele Segoni, Stefano Vignaroli, Alberto Zolezzi
Risposta all’Interrogazione a risposta Immediata:
La situazione in cui versa il termovalorizzatore di Acerra è delineata nell’ “Ottavo rapporto trimestrale sullo stato di attuazione del programma attuativo per la gestione dei rifiuti nel periodo transitorio 2012-2016”, dove si evidenzia che l’impianto ad oggi ha raggiunto il traguardo di tre milioni di tonnellate di rifiuti in ingresso consentendo di produrre complessivamente 2.700 milioni di chilowattora di energia elettrica ed evitando l’emissione in atmosfera di 860.000 tonnellate di anidride carbonica. All’impianto è stato riconosciuto all’impianto il premio per l’efficienza energetica “ABB Energy Efficency Award 2014”.
I dati della performance del Termovalorizzatore, costantemente registrati da un doppio sistema di monitoraggio in grado di garantire le rilevazioni senza alcuna interruzione, hanno fatto rilevare valori ampiamente al di sotto dei limiti imposti dalle normative europee e anche di quelli molto più stringenti fissati dall’Autorizzazione Integrata Ambientale che regolamenta, sotto questi aspetti, il sito di Acerra.
Anche il comitato Ecolabel, l’ 11 giugno u.s., ha rilasciato al Termovalorizzatore la registrazione EMAS.
Tanto premesso, sono state richieste anche specifiche notizie alla Regione Campania che, in sintesi, ha rappresentato che i fumi in uscita dalla caldaia vengono convogliati alla sezione di depurazione per l’abbattimento dei microinquinanti, delle polveri e degli ossidi di azoto. Cosi depurati, poi, vengono emessi in atmosfera attraverso un camino di altezza adeguata (110 metri) a massimizzare gli effetti di dispersione. Per ciascuna linea di combustione sono installati due sistemi di analisi in continuo delle emissioni, un analizzatore in continuo del mercurio ed un campionatore dei microinquinanti organici.
Ha aggiunto che il trattamento delle ecoballe non ha variato il livello delle performance ambientali dell’impianto, che pertanto è risultato, a seguito della procedura di riesame, idoneo, secondo la normativa vigente a incenerire i rifiuti e a recuperare l’energia prodotta.
La Regione ha ritenuto utile precisare anche che i rifiuti in ingresso presso il Termovalorizzatore sono sottoposti a verifica sia per l’attribuzione di “rifiuto non pericoloso”, che per l’attribuzione del codice CER.
In ordine poi all’altezza dei camini, ha fatto presente che il del Decreto Legislativo n. 133 del 2005 parla di “altezza adeguata”, senza indicare altezze minime e che, tra l’altro, l’impianto è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale con esito positivo.
Per l’impianto in questione si è anche anticipato l’adeguamento, in linea con la ratio dell’AIA che prevede, dove possibili, continui miglioramenti atti a salvaguardare l’ambiente e la salute ( era prevista il 10.01.2016).
Riguardo alla consultazione del pubblico, sono state acquisite e valutate le osservazioni pervenute sia dal comune di Acerra che da tutte le Associazioni che hanno presentato memorie e non si hanno notizie di diniego alla consultazione di atti, che peraltro, sono e restano a disposizione di quanti vogliano prenderne visione, e che sono pubblicati sul sito istituzionale della Regione.
Inoltre, in sede di Conferenza decisoria Regionale del 26.11.2014 sono state approvate ulteriori prescrizioni aggiuntive riguardanti il monitoraggio e il controllo della combustione, nonché uno studio modellistico dell’impatto sui territori circostanti.
Da quanto sopra esposto, sia la conduzione del termovalorizzatore che l’iter seguito dalla Regione Campania per il riesame dell’autorizzazione Integrata Ambientale, appaiono corrette in tutte le fasi. Tuttavia, il Ministero dell’Ambiente porrà la massima attenzione sui fatti illustrati dagli Interroganti e, a tal fine, si riserva di approfondire la questione richiedendo costanti aggiornamenti alla Regione Campania.